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Gaddi, nostalgia Città dei Balocchi e attacco: “Con la giunta del rancore e i ricchi del centro un Natale di provincia e quattro lucette”

Un attacco durissimo. E’ quello che arriva dal consigliere regionale e coordinatore provinciale comasco di Forza Italia, Sergio Gaddi. Temi l’evento Natale a Como, bocciato, e il rimpianto per la Città dei Balocchi (dall’anno scorso a Cernobbio). Gaddi punta il dito contro la “torva manciata di ricchini del centro (mio neologismo per indicare i ricchi che restano piccolini) infastiditi da un mese (addirittura !) di allegria che impediva loro di sorseggiare in tranquillità la tisana al cardamomo delle cinque”. E poi contro il sindaco Alessandro Rapinese e parla di “un’amministrazione animata dalla sola rivalsa personale (vai a capire il motivo) è tutto un cancellare, oscurare, vietare”. Colpi di cannone anche per l’annunciata illuminazione e della cupola del Duomo (progetto molto caro al sindaco) in programma per il 24 dicembre alle 18.15: “Ma non dubito che, a breve, un atto dovuto verrà spacciato per rivoluzione. Mi riferisco alla sacrosanta (ma doverosa, appunto) illuminazione della cupola del Duomo, che ovviamente nulla c’entra col tema delle luci natalizie, ma che verrà brandita come clava di distrazione di massa rispetto ai flebili lumini che abbiamo nelle piazze”. Gaddi allega al post due immagini di piazza Duomo, la prima durante i Balocchi, la seconda di quest’anno.

Ecco l’intervento integrale:

Chi ha talento costruisce, chi ha rancore distrugge. Semplice.
La Città dei Balocchi per 28 anni ha cambiato il clima natalizio a Como, con grandi ed evidenti vantaggi per tutti a fronte di trascurabili (ma gestibilissimi) disagi dovuti al numero di persone. Tutti, dai bambini ai nonni, respiravano un sano e luminoso clima di festa. Tutti, tranne la solita torva manciata di ricchini del centro (mio neologismo per indicare i ricchi che restano piccolini) infastiditi da un mese (addirittura !) di allegria che impediva loro di sorseggiare in tranquillità la tisana al cardamomo delle cinque. E quindi, complice un’amministrazione animata dalla sola rivalsa personale (vai a capire il motivo) è tutto un cancellare, oscurare, vietare. Ricordate? Il buio pesto dell’anno scorso fu rischiarato (lo so, fa già ridere così) da un osceno cono metallico (o meta-fallico, come preferite) nel bel mezzo di piazza Duomo. Quest’anno invece si è rientrati nell’aurea mediocritas di provincia con quattro fatue lucette e due sparute casettine.
Tristezza glaciale.
Ma non dubito che, a breve, un atto dovuto verrà spacciato per rivoluzione. Mi riferisco alla sacrosanta (ma doverosa, appunto) illuminazione della cupola del Duomo, che ovviamente nulla c’entra col tema delle luci natalizie, ma che verrà brandita come clava di distrazione di massa rispetto ai flebili lumini che abbiamo nelle piazze.
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12 Commenti

  1. Condivido pienamente le osservazioni di Rocco San, la città dei balocchi è sempre stata una gran buzzurrata della quale ben pochi comaschi sentono la mancanza. Credo che solo chi ha avuto notevoli interessi economici ad organizzarla negli anni passati possa rimpiangere una mascherata del genere. Senza dimenticare che il Santo Natale è e deve rimanere una festa religiosa cattolica e non una carnevalata a beneficio di pochi commercianti esosi.

    1. “Il Santo Natale è e deve rimanere una festa religiosa cattolica”

      Se non può essere festa per tutti, allora la festeggi in silenzio a casa sua!

  2. Se la scelta deve per forza polarizzarsi tra l’avere le attrazioni natalizie e l’avere la convalle soffocata dalle auto… come biasimare chi sceglie la tranquillità?

  3. Il broletto parlante (e tutto il resto…) è stata una delle cose più orribili che si son viste in città.

  4. Della buzzurrata che era la città dei balocchi, non sente la mancanza nessuno, non i ricchi, non i poveri, non le facciate deturpate da luci da balera di periferia.
    Anche di questo turismo da lobotomizzati del telefonino, che invade una minima parte della città lasciandosi dietro quattro soldi spesi in locali dai prezzi inflazionati, si farebbe volentieri a meno.

  5. Si faccia una viabilitá su rotaia, la cittá muore di traffico a ogni volta che c’é un evento, bisogna essere o incapaci di intendere o dei pirla laureati per non vedere situazioni palesi che si ripetono da anni in continuazione.
    Volete la New York avendo un catino. Non funziona. Non si puó.
    Quando blocchi nel traffico una cittá come la nostra, non hai capito dove vivi.
    I millemila parcheggi del sindaco dimostrano il livello dello stesso. Non capisce, ma si sapeva.
    Non é colpa sua, é colpa nostra quali cittadini.
    La rivoluzione a Como? Se ne parla da decenni, il seme é la mobilitá.Una cittá da alleggerire dal traffico in convalle, dando adeguati, veloci e poco costosi nuovi sistemi di mobilitá. Si rientra dall’investimento un pó piú lentamente? Pace, va bene, nel tempo poi ci saranno gli utili.
    Quando si capirá che non possiamo piú permetterci le invasioni, lecite per carita, di gomme, e si comincerá a studiare mobilitá differenti, ecco, quello saárá un seme piantato per una situazione migliore per tutti, al di lá del portafoglio.
    Purtroppo ora c’é uno che pensa esattamente il contrario, annegare la cittá. Non é acqua, é gas e caos.
    Prima se ne va questa visione, prima la cittá puó sperare in un rinascimento.

  6. Effettivamente la città, coi Balocchi organizzati dagli Amici degli Amici, era tutt’altra cosa. Li si respirava il clima natalizio, cosa che oggi non si riesce a percepire.

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