Il Pd comasco insiste nella richiesta di aprire strutture sanitarie già esistenti e inutilizzate, sottoutilizzate e utilizzate diversamente per l’emergenza Coronavirus. A lanciare per primo la proposta a Regione Lombardia era stato il consigliere regionale dem Angelo Orsenigo, con una particolare attenzione per il vecchio Sant’Anna di via Napoleona.
Coronavirus, Orsenigo (Pd) rilancia: “Riapriamo il vecchio Sant’Anna e altre strutture locali”
Ieri, però, è arrivato un no secco all’idea, da parte del sottosegretario regionale Fabrizio Turba.
Coronavirus, Turba (Lega) stronca l’ipotesi Orsenigo (Pd): “Riaprire l’ex Sant’Anna? Inutile, smettiamola”
Ora il dibattito si allarga. Da un lato, il segretario provinciale del Pd, Federico Broggi, rilancia il tema originario e indica anche qualche altra struttura in maniera dettagliata.
“Troviamo una soluzione per prevenire l’esplosione dell’emergenza Coronavirus anche a Como e pensiamo alle persone più anziane e maggiormente a rischio – dice Broggi – I numeri crescono in maniera esponenziale soprattutto a Milano e il rischio è che il nuovo ospedale a Fiera possa essere saturo prima ancora che un comasco possa raggiungerlo”.
“Angelo Orsenigo – rilancia Broggi – ha messo in campo una soluzione interessante e la politica in modo responsabile deve discuterne: valutiamo il blocco operatorio del vecchio Sant’Anna oppure altre strutture (l’ex ospedale di Mariano o La Rosa blu di Grandola e Uniti), l’importante è dare una risposta. Pensiamo anche agli spazi interni al nuovo Sant’Anna: riconvertiamo gli spazi della riabilitazione in uno spazio per ospitare gli acuti. Servono posti letto e la necessità è quella di non abbandonare nessuno”.
Considerazioni che nascono dal fatto che i dem non credono “ipotizzabile che ogni malato non ospitabile nelle strutture comasche sia trasferito a Fiera e questo non lo dico in modo polemico, ma con realismo: non credo il territorio possa impegnare centinaia di ambulanze in un continuo andare e venire da Milano”.
“Regione e ATS valutino seriamente questo suggerimento – la conclusione del segretario provinciale Pd – indipendentemente dalla struttura, pensando al territorio. Non aspettiamo tempi più difficili, ma iniziamo a pensare a ciò che potrebbe accadere e troviamo insieme delle soluzioni”.
La proposta, però, come poche altre volte sembra dividere nettamente gli orientamenti di centrosinistra e centrodestra. Detto in precedenza del no leghista di Turba, forti perplessità sono espresse anche dal deputato comasco di Fratelli d’Italia, Alessio Butti.
“Individuare edifici da adibire alla cura di contagiati COVID 19 è la cosa più elementare del mondo. C’è solo l’imbarazzo della scelta per conquistare il titolo sul giornale – ha scritto su Facebook Butti – Poi bisogna vedere se ci sono le risorse per adeguarli e per acquistare gli strumenti per curare i pazienti, perché i ventilatori della terapia intensiva non si trovano nelle uova di Pasqua e oltretutto i loro prezzi, come quelli di mascherine, occhiali, tute e altro oscillano continuamente tendendo al rialzo per mille motivi”.
“Ma soprattutto – conclude il parlamentare comasco di FdI – e forse non è abbastanza chiaro, mancano medici, infermieri e operatori a vario titolo perché “attaccare” un malato ad uno di quegli apparecchi è manovra complessa e delicata e curarli presuppone una preparazione che né i neo laureati, né medici “formati all’estero” hanno. Per non parlare delle ulteriori complicazioni burocratiche generate dai recenti decreti. Chi può, e vuole essere utile, lavori su questi fronti. Ora”.
15 Commenti
Il primo invito é al Sig Luigi.
Scusatemi per l’errore. Lapsus freudiano ?
Sto invecchiando, forse é questa la ragione
Ps: io mi firmo con nome e cognome, e voi ?
Gent.mo Sig. Paolo,
Chi le ha suggerito, forse per fretta oppure per poca lucidità, di attaccarmi ha sbagliato riferimento. Non voglio credere che lo abbia fatto scientemente ( sempre che esista e non sia un avatar). Mi avrebbe potuto attaccare su Facebook, dove invito i parlamentari a svolgere il proprio lavoro nelle sedi istituzionali (sono un illuso, lo so, ma che ci vuole fare, anche un ottimista), non su Comozero dove commento d’altro. Gentilmente rilegga io mio modesto intervento.
Comunque sia, é Giorgia Meloni che invita a riaprire il Parlamento, non io e peraltro concordo: LEI era in Parlamento, altri NO. A meno che sia una boutade é allora ridiamoci sopra.
Gent.mo Sig Paolo, non mi pare di aver scritto di medici, maestre e dipendenti pubblici. Leggere non é capire ma suvvia, un piccolo sforzo può dare grandi soddisfazioni
Non so se faccia parte delle truppe cammellate, anch’io ricevevo inviti a pubblicare su Comozero, ma – suvvia – un pó di attenzione e discernimento non guasterebbe.
Ne ricevevo dieci e pubblicavo zero: questione di scelte.
Gent.mi Sigg Paolo e Luigi, é su Facebook che mi dovete attaccare, non qui. Avete sbagliato sito, non vi hanno informato adeguatamente, questo é un quotiamo vero ! Nel caso avvisate la manina, qualunque essa sia, poveretta.
Lei ha perfettamente ragione Riccardi
Tutti i politici si dovrebbero dimettere
Tutte le maestre non dovrebbero più insegnare
Tutti i dipendenti pubblici dovrebbero licenziarsi
Vorrei vedere dopo senza medici, maestre, dipendenti pubblici chi gestisce l’Italia
Vedrà che al termine del coronavirus tutto torna alla normalità
Entro agosto siamo liberi
Buona giornata
fatico a capire come si possa polemizzare o erigere barricate partitiche (non dico ideologiche, concetto troppo elevato).
Alessio Butti ha evidenziato concretamente un problema, con lucidità : risorse umane, risorse tecnologiche, risorse immobiliari (e io condivido l’uso dell’ex Sant’Anna) devono essere armoniche. L’una non può prescindere dalle altre.
Leggiamo sul tema una lucida analisi e non slogan, non mi pare poco.
Precettare i medici e gli infermieri italiani che lavorano in Svizzera e vivono in Italia – e gravano sul nostro sistema sanitario !!! – mi sembra il minimo. O fanno parte della casta degli intoccabili ?
È un momento drammaticamente unico e richiede azioni uniche.
Se sono sono andati in Svizzera perché non trovavano lavoro in Italia è una grande occasione per rientrare . Se ci sono andati per denaro – lecita scelta – ci stiano con la loro famiglia, quantomeno per coerenza. Questione di scelte.
Se poi i politici locali non faranno proposte in tal senso non potremo che prenderne atto e ricordarcene.
Manterranno i voti dei medici e infermieri frontalieri ma non i nostri, spero.
Signor Riccardi forse non è chiaro che DOBBIAMO STARE IN CASA quindi anche i parlamentari devono STARE A CASA. Quando tutto finisce vedrà che le sedute saranno piene.
Chiedo che venga CHIUSO IL PARLAMENTO PER CORONAVIRUS.
Lei andrebbe a Roma a governare quando il Conte ci dice di stare A CASA?
Buona domenica
Siamo tutti bravi e dotti ad utilizzare le tastiere, ma poi alla fine dei conti, prendere le decisioni, quelle vere ipotizzando teorie sul web non c’entra nulla, rimangono solo commenti e chiacchiere da bar; lasciamo lavorare in pace il nostro On. Butti, che con tutto il centro destra hanno fatto più cose loro in un mese che il governo in due anni.
Tornando al discorso dell’utilizzare l’ex ospedale sito sulla Napoleona, sarebbe la cosa più giusta ma rendere ancora agibile una struttura ferma da anni è molto difficile, per di più in una situazione di pandemia come in questo momento.
Il modus operandi del Pd è questo, sono persone che (purtroppo) aspettano questo tipo di situazioni per tornare in auge. Fanno come le fenici, rinascono dalle ceneri. La notorietà fa brutti giochi, ancor di più quando sei assetato di TITOLONI.
Quindi non facciamoci abbindolare dalle belle parole perché purtroppo, è tutto uno schema politico ben architettato.
Basiamoci sui fatti veri ed evidenti, perché quelli che adesso corrono ai ripari erano le persone che quando, il centro destra chiedeva di chiudere le frontiere, per emarginare il contagio si sono presi dei RAZZISTI, quindi se vogliamo parlare di colpe informiamoci bene prima e poi FORSE se l’argomentazione è sensata, possiamo dire la nostra.
un abbraccio.
Cit “con tutto il centro destra hanno fatto più cose loro in un mese che il governo in due anni.” Per esempio ?
Mi scusi nuovamente Rumi, le pare che non legga i testi dei Decreti Legge? Nel Cura Italia non c’è nulla per “interventi di edilizia sanitaria”, ma solo misure per l’assunzione, a livello nazionale, di 20 mila nuovi medici ( privi della specializzazione richiesta e non si sa con che tempi) finanziamento dell’aumento di posti letto di terapia intensiva ( non si sa di quanto) e poco altro…
In ordine alla volontà politica desidero dirle che siamo tutti d’accordo circa l’utilizzo sanitario dell’ex Napoleona. Ci mancherebbe altro.
Continuo a chiedermi come possa un medico essere iscritto all’albo professionale italiano ed esercitare esclusivamente in un paese extra ue
Gentile Andrea, non so chi lei sia ne’ quale sia la sua professione. Ritengo però, dalla sicumera con cui si esprime, sia un ricercatore, un virologo o forse uno scienziato. Vorrei rassicurarla ugualmente su alcune questioni. Da un mesetto siamo quasi tutti impegnati per portare risorse sul territorio e alle categorie produttive , come sa milito all’opposizione, ma abbiamo dato ugualmente un grande contributo di idee che il governo ha in buona parte ignorato. Non importa, nei prossimi giorni convertiremo in legge i decreti di Conte e non mancheremo di offrire ulteriori contributi. Con la Regione stiamo facendo un grande lavoro e quando posso essere utile, e le assicuro di essere abbastanza utile, mi schiero in prima linea. In tutti i sensi. Prima di aprire qualsiasi struttura, che peraltro comporterebbe tempi e costi per l’adeguamento, occorre avere strumentazioni ( che non ci sono) e il personale specializzato (che non c’è) per farlo funzionare. Peraltro Regione ha già individuato immobili strategici e sono convinto che in quell’elenco possano rientrare anche alcuni edifici situati in via Napoleona, ma non ora. Ognuno deve fare il proprio mestiere e Regione Lombardia sta tentando di fare il suo e quando deciderà il da farsi, perché la competenza è sua, tutti lavoreremo in quella direzione. Ora, come ho scritto, non si può. Sul reperimento di medici attendiamo gli esiti dei provvedimenti nazionali e regionali, ma mi sembra un po’ complicato obbligare chi è all’estero (perché in Italia non ha trovato lavoro!) a rientrare in Patria. Mi creda, riuscire a polemizzare anche su queste cose è veramente meschino. Infine attendo di sapere in quale caso sarei “furbo” come lei ha maliziosamente ricordato nel secondo post, trincerandosi dietro l’anonimato. Anche il mio avvocato attende.
Buongiorno Alessio, credo che lei non frequenta da qualche tempo i nostri lidi. Dire che il personale medico e paramedico che lavora in Ticino, sia stato costretto a emigrare perché altrimenti sarebbe rimasto disoccupato in Italia, mi consenta, è un pochino azzardato. Forse non le hanno detto che alcuni reparti dei nostri Ospedali erano a rischio di chiusura, prima del’epidemia, per carenza di medici. I medici e paramedici italiani formati nelle Università italiane vanno in Ticino perché guadagnano di più. Non c’è altro motivo.
Per cui c’è da chiedersi perché i partiti all’opposizione non chiedono al Governo di precettarli (come fatto per altre categorie di medici) in nome del principio di “prima gli italiani”. Stiamo reclutando perfino i medici extracomunitari (quelli che qualcuno voleva cacciare….) le cui lauree in medicina non sono riconosciute in Italia e lasciamo agli svizzeri i nostri medici “Italiani”?
In fin dei conti anche Orsenigo in Regione Lombardia è all’opposizione e fa proposte alla Giunta regionale…. Perché voi non potreste farle al Governo? O il “prima gli italiani” non vale quando si tratta con i ricchi svizzeri? Con simpatia?
Concordo organizzare il vecchio sant’Anna è’ la cosa migliore poi il senatore si dimentica dei soldi stanziati dal decreto cura Italia, forse non lo ha letto! È’ chiaro che manca solo la volontà politica di farlo è relativamente ai posti in fiera basteranno a mala pena per i residenti di Milano visto come di sta estendendo la curva dell’infezione.
Senza contare che anche solo per ricoverare i malati con sintomi meno gravi e quindi senza necessità di intubazione riattivare strutture in disuso è la cosa più furba da fare! Poi si sa la furbizia del sig. Butti arriva sempre e solo dove vuole lui!
Proprio bravo il sig. Butti… Forse dovrebbe essere lui il primo a prodigarsi a Roma per reperire i fondi necessari a fare l’unica cosa sensata in provincia di Como! I medici poi si potrebbe reclutarli chiudendo il confine con il Ticino e costringendo la massa di medici e infermieri che vanno di là tutti i giorni a lavorare a questo progetto!
Effettivamente è legittima la domanda. Stamane è stata lanciata una campagna di “reclutamento” di 300 medici; è stato chiesto se ci fossero, tra gli stranieri residenti, laureati in medicina ed è stata fatta una deroga alla riconoscibilità della laurea conseguita in paesi extra UE; sono stati richiamati in servizio i medici pensionati, richiamati i medici militari e le crocerossine……e i nostri medici e infermieri che lavorano in Canton Ticino? Perchè no?
Evidentemente “prima gli italiani” è uno slogan di chi cerca solo un po’ di visibilità.