Appena lasciato alle spalle il Natale, scoppia già una polemica in vista della tradizionale Fiera di Pasqua a Como. E’ Confesercenti a chiedere al Comune di autorizzare la manifestazione, che a detta dell’associazione sarebbe stata depennata nell’ultima riunione di giunta.
“Invitiamo il sindaco Mario Landriscina e la giunta del Comune di Como a rivedere la decisione assunta nell’ultima riunione dell’esecutivo e ad autorizzare la Fiera di Pasqua – è l’invito rivolto al primo cittadino dal direttore di Confesercenti Como, Angelo Basilico – La Fiera di Pasqua, infatti, è solo nominalmente una fiera: in verità per le sue caratteristiche, innanzitutto quella di svolgersi all’aperto come commercio al dettaglio su area pubblica, nella sostanza è un mercato e come tale deve essere trattata”.
“Come sappiamo i mercati su area pubblica si svolgono regolarmente e gli accessi sono esentati dall’obbligo di controllo e presentazione del Green Pass. Lo stato di emergenza, inoltre, scade il 31 Marzo e la Fiera si deve svolgere in Aprile e in ogni caso, anche durante lo stato emergenza, è possibile svolgere le Fiere senza alcun bisogno di transennare il perimetro di riferimento perché si svolgono su area pubblica all’aperto – prosegue Basilico – Rinnoviamo quindi l’appello al sindaco e agli assessori affinché diano seguito all’interpretazione corretta della normativa vigente e autorizzino la tradizionale Fiera di Pasqua”.
Il direttore di Confesercenti sottolinea anche che “la manifestazione appartiene al patrimonio popolare della cittadinanza comasca e gli operatori hanno il sacrosanto diritto di potere svolgere la loro professione e presentare e vendere i loro prodotti che incuriosiscono, divertono e sono utili a grandi e piccini da decenni. Da due anni i nostri operatori aspettano legittimamente di poter lavorare e ci aspettiamo che il sindaco Landriscina soddisfi tale legittima aspettativa perché non vi è nessuna valida motivazione normativa e politica per cancellare la Fiera di Pasqua”.
Basilico fa riferimento sia alla normativa regionale sulle fiere, sia alla “Legge quadro sul settore fieristico”, la n. 7 del 2001, dalla cui lettura si evince in modo chiaro che la definizione di “Fiere” a cui fa riferimento il legislatore nazionale è quella congressuale con determinate caratteristiche realizzative e, all’art. 3 comma 2 lettera C, è chiaramente specificato che non rientrano nella normativa fieristica “le attività di vendita di beni e servizi disciplinate dalla normativa sul commercio in sede fissa e sul commercio al dettaglio in aree pubbliche”: la “Fiera di Pasqua” si svolge su area pubblica e della “Fiera” ha solo il nome, perché nella sostanza è un “mercato” a tutti gli effetti e a quella specifica normativa è assoggettata dal legislatore nazionale.
Basilico ha richiesto la disponibilità al sindaco Landriscina ad un incontro chiarificatore.
Un commento
Il motivo è ben evidente nella foto che avete pubblicato a corredo dell’articolo.