Non c’è pace per il Quadrilatero della Moda e l’indotto del fashion milanese. Il passaggio di proprietà dello storico marchio statunitense Woolrich nelle mani di BasicNet, gruppo piemontese guidato dalla famiglia Boglione, si trasforma in un terremoto occupazionale che colpisce duramente l’asse Milano-Bologna.
Milano perde pezzi: ridimensionamento e trasferimenti
Se la chiusura della sede di Bologna fa rumore, la situazione a Milano non è meno tesa. La strategia di accentramento a Torino voluta dalla nuova proprietà prevede infatti una drastica riduzione del personale operativo nel capoluogo lombardo.
Dei 139 trasferimenti complessivi annunciati da BasicNet, 30 riguardano proprio i dipendenti della sede meneghina (non i negozi). Per molti lavoratori lombardi, il trasferimento forzato sotto la Mole rappresenta un “aut aut” insostenibile, trasformando la mobilità geografica in una vera e propria uscita obbligata dal mondo del lavoro.
La rabbia dei sindacati: “Un Natale amaro”
Le sigle sindacali di categoria (Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs) hanno già proclamato lo stato di agitazione. La posizione dei rappresentanti dei lavoratori è netta: l’operazione è percepita come una procedura di licenziamento collettivo mascherata.
“Speravamo in un confronto costruttivo, e invece ci siamo trovati di fronte a un muro – spiega Fabio Leo di Uiltucs -Per molte famiglie milanesi e bolognesi sarà un Natale che rimarrà impresso nella mente per la delusione e l’incertezza sul futuro”.
Il fronte istituzionale: si punta al Ministero
Nonostante il gruppo BasicNet giustifichi la mossa come necessaria per assicurare il rilancio del marchio più antico degli Stati Uniti, le istituzioni non restano a guardare. Vista la portata nazionale del gruppo (che ha in pancia brand come Kappa, Superga e K-Way), i sindacati hanno chiesto formalmente il coinvolgimento del Governo.
L’obiettivo è portare la vertenza Woolrich sui tavoli del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT). Anche la Regione Emilia-Romagna ha espresso solidarietà ai lavoratori, definendo “inaccettabile” il metodo dei trasferimenti unilaterali e chiedendo un piano industriale che garantisca la dignità dei dipendenti.
I numeri della crisi Woolrich-BasicNet
| Sede coinvolta | Impatto occupazionale | Esito previsto |
| Milano | Riduzione del personale | Trasferimento a Torino |
| Bologna | 109 dipendenti | Chiusura totale della sede |
| Totale esuberi/trasferimenti | 139 lavoratori | Accentramento a Torino |
Prospettive per il settore fashion in Lombardia
L’uscita parziale di un player come Woolrich da Milano accende i riflettori sulla tenuta del sistema moda regionale. Mentre il gruppo BasicNet punta all’efficienza operativa centralizzando le attività in Piemonte, la Lombardia si interroga sulle contromisure per evitare che altri grandi brand seguano la stessa strategia di disimpegno territoriale.