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La Pec, i 700mila euro per le serre, le telefonate ‘inutili’: così il Comune di Como ha perso 1,6 milioni per Villa Olmo

Lo sfogo tra l’infuriato e il teatrale del sindaco di Como, Alessandro Rapinese, contro la Fondazione Cariplo, dopo la revoca del milione e 600mila euro legato al recupero di Villa Olmo, ha suscitato un’eco enorme. Ma non tutto torna nella ricostruzione del primo cittadino. Andiamo per gradi.

Tra le accuse più pesanti di Rapinese a Fondazione Cariplo figura senza dubbio quella di non aver tenuto conto del fatto che “era da dicembre che vi telefonavo quotidianamente, cercavo informazioni e mandavamo aggiornamenti”. Su questo punto, secondo quanto ci è stato possibile ricostruire, è certamente vero che tra Como e Milano sono intercorse chiamate, colloqui e confronti. Ma mai, secondo quanto risulta, è stata fissata in maniera formale, per via scritta, tramite Pec, non via mail informali scambiate tra uffici, una richiesta di incontro ufficiale tra le istituzioni per fare il punto sui finanziamenti a rischio. Dunque, sì: i cellulari e i telefoni fissi hanno squillato tra Palazzo Cernezzi e Fondazione Cariplo. Ma di contatti istituzionali – cioè gli unici davvero essenziali per un confronto tecnico e ufficiale in grado di scogiurare il taglio del milione e 600mila per Villa Olmo – sembra non ce ne siamo stati negli ultimi mesi.

Clamoroso: Fondazione Cariplo revoca 1,6 milioni alla Giunta Rapinese per Villa Olmo. E lui la irride

Poi il tema della revoca che, secondo il sindaco di Como, sarebbe avvenuta per simpatie politiche. Anzi, per antipatia nello specifico nei confronti della sua giunta. Anche questo, però, non sembra trovare riscontro nei fatti. E l’esempio arriva sempre da Como, paradossalmente: infatti, a inizio 2017, giunta Lucini (centrosinistra) in carica, la Fondazione revocò 200mila euro precedentemente concessi al Comune per il restauro della mura della città. Cifra più piccola, significato identico.

Un altro dettaglio che ieri sera non è emerso riguarda un’altra parte della cifra concessa dalla Fondazione al Comune di Como nel 2014: è certamente vero che, con Pec notificata a Palazzo Cernezzi su decisione dei giorni precedenti, l’ente milanese ha revocato (dopo 9 anni dall’erogazione) per ritardi e assenza di progetti certi su Villa Olmo l’ormai famoso milione e 600mila euro. Ma è altrettanto vero che sempre nella stessa comunicazione ufficiale risultava confermato lo stanziamento di 700mila euro per le serre, altro capitolo su cui i ritardi delle varie amministrazioni comasche succedutesi nel tempo si sono letteralmente sprecati. Qui però ha prevalso la fiducia verso il lavoro della giunta e verso il prossimo appalto. Appalto che, però, dovrà necessariamente filare liscio e andare a segno: perché secondo la regola per cui i soldi concessi e non utilizzati entro un tempo limite (5 anni salvo proroghe, a Palazzo Cernezzi già garantite in abbondanza) vengono poi revocati dalla Fondazione per poterli mettere a disposizione di soggetti più bisognosi e meritevoli, il rischio di poter perdere anche quell’ulteriore cospicua fetta del tesoretto 2014 non si può dire inesistente.

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9 Commenti

  1. Ah si è dimenticato di fare il gruppo whatsapp con Fondazione Cariplo. È l’unico mezzo che conosce oltre FB. Comunicare sui social. Come quando non funzionava il numero di telefono del Pronto Intervento.

    1. Ha presente quel sindaco che alle domande sulla Como Nuoto risponde “non spetta a me, chieda agli uffici, segua il regolamento, conosce le procedure”.

      È lo stesso che pensa che provare a fare chiamate col cellulare informali sia lo stesso di mandare una PEC.

      Un consiglio semplice “segua il regolamento, conosce le procedure”.

  2. Il sindaco ha abituato tutti a metterla in caciara, a usare in maniera teatrale quello che lui ritiene possa portare consenso. O meglio, per dirla alla Rapiense, consentire al consenso di in seguirlo. Se poi pensa che tutto è legato alle simpatie politiche dovrebbe stare sereno visti gli ottimi rapporti con la Lega

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