Dapprima una lunghissa serie di accuse al governo, ai media e i ringraziamenti a tutti gli operatori sanitari che sono stati in prima fila durante il picco dell’emergenza Coronavirus. Poi, il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, in consiglio regionale, ha affrontato la vicenda scottante – che lo vede indagato – della fornitura di camici e altri dispositivi sanitari da oltre 500mila euro alla società Dama, gestita dal cognato e di cui la moglie ha quote per il 10%.
Un ordine diretto all’azienda tramite la centrale acquisti di Regione, Aria, poi trasformato in donazione, ma con lo stesso Fontana che – con il cambio di rotta – tentò di versare 250mila euro alla Dama da un suo conto svizzero, soldi “scudati” nel 2015 provenienti da due trust aperti dieci anni prima alle Bahamas dalla madre ed ereditati alla sua morte da Attilio Fontana.
“La vicenda è semplice e banale – ha affermato Fontana – Dama si era resa disposnibile a offrie un contributo, lo aveva già fatto in precedenti occasioni. L’assessore Cattaneo aveva interpellato Dama e altri imprenditori sul territorio disposti a dare una mano, e tutte queste cinque aziende che avevano riconvertito le produzioni hanno visto acquistate le loro merci con quantità e costi differenti”.
“Per tutte è valsa la medesima procedura semplificata di emergenza. Dei rapporti tra Dama e Aria non ho saputo nulla fino al 12 maggio scorso, quando mi è stato riferito della rilevante fornitura a titolo oneroso e sono convinto sia stato un negoziato del tutto corretto. Ho chiesto a mio cognato di rinunciare per evitare polemiche e strumentalizzazioni: e sono stato facile profeta. Non voglio entrare in altri particolari, la magistratura sta lavorando ipotizzando una diversa ricostruzione relativa a un mio coinvolgimento. Io avevo solo considerato di alleviare l’onere dell’operazione, partecipando personalmente proprio perché si tratta di mio cognato alla copertura dell’intervento economico. Una mia decisione spontanea e volontaria”.
Sull’assegno da 250mila euro Fontana ha sottolineato che “eppure quel gesto è diventato sospetto, se non addirittura losco. Non è vero che la donazione è dipesa da Report, perché Report si è palesata con le prime domande sul punto soltanto primo giugno, dopo 18 giorni (da quando apprese del negoziato tra Aria e Dama, ndr). E io sapevo quello che sapevano tutti: era in corso una drammatica emergenza”.
“Le cose stanno così e resteranno immutabili nel tempo – ha concluso sul punto Fontana – Non posso tollerare che si dubiti della mia integrità e di quella dei miei famigliari. Il mio coinvolgimento, se di coinvolgimento si può parlare, è questo. Nulla più e nulla meno, se non che Regione Lombardia non ha speso un euro per i camici”.
Qui sotto, il video integrale dell’intervento di Attilio Fontana: dal minuto 19 il punto sui camici.
Un commento
Beato lui che ha ereditato 500mila euro da conti alle Bahamas e poi giacenti in un conto svizzero..
Comunque nessuno è colpevole fino alla condanna