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Como, femministe contro la “toponomastica patriarcale”: piazze dedicate alle donne e Minghetti diventa sindaca

Blitz decisamente originale, nella notte tra ieri e oggi 8 Marzo, Giornata della Donna, a Como. Il collettivo femminista, infatti, ha cambiato la toponomastica di numerosissime vie e piazze della città, apponendo cartelli che celebrano figure femminili storiche.

E così, giusto per citare qualche esempio, piazza Cavour è divenuta piazza delle Femmine, piazza Vittoria è diventata piazza bell hooks, via Luini è stata ribattezzata via Artemisia Gentileschi, piazza San Fedele è stata trasformata in piazza Ipazia D’Alessandria, via Garibaldi ha assunto il nuovo nome di Sibilla Aleramo, via Diaz è stata rinominata in via Goliarda Sapienza e così via.

Non è mancata però un’azione ancora più legata all’attualità del collettivo femminista comasco, ovvero la trasformazione a colpi di spray rosa sui cartelloni elettorali della candidata del centrosinistra Barbara Minghetti: e così, lo slogan “Il sindaco per lo sviluppo” è stato modificato in “Sindaca per lo sviluppo” e “Minghetti sindaco” è stato cambiato in “Minghetti sindaca”.

“La toponomastica è conseguenza del sistema violento patriarcale – si legge nel messaggio che ha accompagnato i vari blitz – Per l’8 marzo abbiamo allora rinominato alcune strade e piazze della nostra città. Per l’occasione abbiamo anche sottolineato che il femminile di sindaco è sindaca”.

Sono inoltre apparsi due grandi striscioni appesi sul ponte in via Castelnuovo che annunciano lo “Sciopero globale femminista e transfemministra” previsto per oggi a Como a partire dalle ore 15 in piazza Verdi.

A questo proposito, pubblichiamo di seguito l’appello integrale firmato da NonUnadiMeno Como e Como Pride per “una giornata nel segno dell’intersezionalità e ispirata alle pratiche dello Sciopero Globale Femminista e Transfemminista per riappropriarci, con nuove consapevolezze, di una data che da oltre un secolo scandisce le battaglie storiche dei movimenti delle donne”.

Con la mobilitazione dell’8 Marzo 2022 – affermano gli organizzatori Non Una di Meno COMO e COMO PRIDE – vogliamo innanzitutto denunciare l’aggravarsi della lacerazione sociale prodotta dalla Pandemia Covid19 e caratterizzata da un peggioramento delle condizioni di disparità, precarietà, fatica, insicurezza e violenza già presenti che all’interno della società patriarcale, a tutte le latitudini del Pianeta, segnano a livello strutturale la vita delle donne e delle altre soggettività discriminate”.

Assistiamo a un aumento della violenza domestica e nelle relazioni di coppia, la quale è prodotta da dinamiche sessiste che impediscono alle persone e alle donne in particolare di decidere sui loro corpi e progetti di vita. Vediamo l’enorme aumento del carico di lavoro riproduttivo, per la cura dei figli e per la DAD, concomitante con il lavoro di cura di anziani e genitori malati o ospedalizzati.

Se lo sfruttamento nei lavori cosiddetti essenziali durante i mesi di lockdown aveva colpito indistintamente donne e uomini, ora sono soprattutto le donne a scontare la crisi economica prodotta dal Covid19 con i molti licenziamenti, i demansionamenti, i contratti a chiamata e i part time involontari, fino ad arrivare alle dimissioni “volontarie” che stanno consegnando donne di ogni età a una povertà ineluttabile.

La crisi di questo periodo nel mondo della scuola – aggiungono – peggiorata di fatto con la didattica a distanza, ha impoverito la vita di student* e ha contribuito all’aumento degli abbandoni scolastici che, insieme all’assenza di prospettive lavorative, genera un pericoloso stallo sociale per le nuove generazioni.

Nella grande ristrutturazione sociale in corso in questi mesi di cosiddetta “ripresa”, stanno aumentando le discriminazioni sessiste nell’accesso al lavoro, così come quelle razziste, ai danni delle persone migranti. Aumentano le disparità di trattamento economico-salariale e lo smartworking viene talora imposto e rischia di produrre una vera e propria espropriazione degli spazi domestici delle persone e del loro tempo di vita personale”.

Temiamo che anche la sbandierata promessa di una transizione ecologica non modificherà il modello economico predatorio di stampo patriarcale, capitalista e colonialista che considera la natura, le altre specie animali e l’intero pianeta come oggetti infinitamente disponibili e sfruttabili con ogni mezzo. Venti di guerra spirano anche sull’Europa: oggi più che mai rifiutiamo la guerra, che è violenza del patriarcato, e non ne subiremo la fatalità. Siamo solidali con le nostre sorelle che lottano per la pace in Ucraina e nel resto del mondo. Vogliamo costruire un mondo diverso, che abbia a fondamento una “neutralità attiva”, fatta di accoglienza, pace e giustizia, che garantisca i diritti e la libertà delle donne e di tutt*. Vogliamo un mondo libero da dinamiche patriarcali, fasciste, razziste, capitaliste, colonialiste, consumiste, abiliste, che permetta l’autodeterminazione di tutte le identità.

Per queste ragioni – concludono – vi invitiamo a partecipare al nostro Sit In, recuperando insieme a noi consapevolezza anche attraverso le pratiche collettive dello Sciopero Globale: l’8 marzo ci asterremo infatti, nei modi che ciascun* troverà possibile, dai ruoli collegati alla produzione economica e al lavoro, ci asterremo dai consumi e ci faremo supplire per un giorno nei nostri ruoli di cura e familiari. Ci sottrarremo, in definitiva, a tutte le aspettative centrate su genere, abilità e sul falso paradigma della razza. Lo sciopero femminista e transfemminista è per tutt* !”

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9 Commenti

  1. Eh cara mia, sottovaluti il gravissimo problema della “desinenza”… Di questo passo parleremo di Dante come “sommo poeto”…

  2. Come il (vero) femminismo di alcuni decenni fa si è trasformato in una ignobile pagliacciata attuale.

  3. Questo non c’entra nulla con la parità di genere, sono ben altri i valori su cui puntare… chissà quando è costata questa “genialata” di comunicazione, una A al posto di una O non cambia la situazione. Speriamo che ci sia qualcosa di ben più concreto

  4. Stona davvero il manifesto di propaganda di una candidata , tra l’altro credo la prima quindi con un peso maggiore nella fattispecie, con scritto “ sindaco “
    Come mai l’ha approvato la protagonista?
    Questo mi lascia perplessa e non mi piace per niente perché non c’entra il femminismo, ma se sei una donna immagino tu preferisca essere la sindaca .. o no?

  5. se è per questo anche imbrattare degli impianti pubblicitari!
    io sono più femminista che maschilista ma: “Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla, se non la loro intelligenza.” -Rita Levi Montalcini

  6. Gli striscioni sul ponte FERROVIARIO implicano anche la violazione delle norme di sicurezza e dell’articolo 11 luglio 1980. Spero siano perseguite secondo legge.

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