A ben vedere, lo spiazzo di polvere e detriti che ha preso il posto della Ticosa ha tutte le caratteristiche di un ecosistema tipico della tundra siberiana.
D’inverno è una distesa gelata di terreno indurito dal freddo.
D’estate, con l’alzarsi delle temperature, è una piccola foresta libera di espandersi senza mano umana a limitarne la crescita.
C’è poi quella vasca di raccolta dell’acqua, più o meno sul lato orientale del terreno, a ridosso della tangenziale.
Si tratta di un semplice stagno ghiacciato per gran parte dell’inverno e che diventa terreno acquitrinoso, un pantano verdastro, per gran parte dell’estate, con tanto di graziose libellule colorate e sciami aggressivi di zanzare, a bordo strada.
Puntuale anche quest’estate, complici il gran caldo e le forti piogge improvvise, la palude Ticosa è tornata in tutto il suo limaccioso splendore da ecosistema esotico, gialla e verde, con striature di rosso, attorniata da alberi frondosi e un’esplosione lussureggiante di verde.
Tutt’attorno, il pietrisco riarso dal sole, con lo scheletro della Santarella e la murata del Cimitero Monumentale sullo sfondo.
Un commento
e qual è la notizia?