Era inevitabile: il parere consegnato ieri dall’Università di Lucerna al Consiglio di Stato in cui viene affermato che la Svizzera potrebbe tecnicamente disdire in forma unilaterale gli accordi che regolano la fiscalità dei frontalieri e di fatto anche i ristorni per i comuni italiani di frontiera, ha aperto la strada all’assalto della Lega dei Ticinesi.
Ovvero il partito che più di ogni altro, da anni, si batte per azzerare i ristorni stessi e anche per modificare radicalmente gli accordi risalenti al 1974, in teoria rivisti da un nuovo accordo Italia-Svizzera del 2015 che però (soprattutto per le resistenze italiani, visto che scatterebbe anche la doppia imposizione sui frontalieri) non è mai diventato ufficiale né attivo.
Accordo fiscale frontalieri, l’Università di Lucerna: “Può essere disdetto unilateralmente”
E dunque ecco che oggi, con una nota diffusa tramite il giornale di riferimento (mattionline.ch) la Lega ticinese torna all’attacco pesante.
“La Lega dei Ticinesi – si legge nell’editoriale – prende atto con soddisfazione dell’esito della perizia commissionata dal governo ticinese all’Università di Losanna, la quale conferma che l’ormai vetusta Convenzione del 1974 sui ristorni dei frontalieri può essere disdetta unilateralmente. Un passo che la Lega dei Ticinesi ha a più riprese chiesto al Consiglio federale di compiere: ma il Consiglio Federale, timoroso e remissivo nei rapporti con i paesi vicini, ha sempre rifiutato”
“Dopo cinque anni trascorsi in modo completamente infruttuoso – l’incontro degli scorsi mesi tra i ministri degli esteri Cassis e Di Maio non ha portato alcun progresso: si è unicamente trattato dell’ennesimo espediente del Balpaese per continuare a temporeggiare – è ormai evidente che il nuovo accordo sulla fiscalità dei frontalieri parafato nel lontano 2015 non vedrà mai la luce – prosegue la presa di posizione – Tale accordo oltretutto, pur costituendo ovviamente un miglioramento rispetto alla deleteria situazione attuale, non puòessere considerato soddisfacente per gli interessi del Ticino”.
Di Maio-Cassis in Ticino. Il ministro italiano: “Parlerò dell’accordo fiscale col ministro delle Finanze”
Poi l’attacco frontale: “Il Consiglio federale, come chiesto in più occasioni della Lega dei Ticinesi, deve ora finalmente decretare il fallimento delle trattative sul “nuovo” accordo fiscale con l’Italia e disdire unilateralmente la Convenzione del 1974. Ciò comporterà la decadenza dei ristorni, che ormai ammontano a quasi 90 milioni di franchi all’anno. Del resto nemmeno il Lussemburgo, Stato membro UE, versa dei ristorni per i frontalieri francesi e tedeschi attivi sul proprio territorio. La conseguenza più immediata sarebbe un aumento della pressione fiscale sui frontalieri italiani: una prospettiva senz’altro benvenuta nell’ottica della lotta al dumping salariale che l’invasione di permessi G provocata dalla libera circolazione delle persone genera sul mercato del lavoro ticinese”.
“Da oltre un decennio la vetustà della Convenzione del 1974, completamente superata dagli eventi, è un tema politico che vede la Lega dei Ticinesi attiva in prima linea. Nel mentre che nulla, tra Berna e Roma, si muoveva, il Ticino ha continuato a pagare il prezzo inaccettabile di questa Convenzione – conclude l’editoriale – Adesso, davanti alla perizia dell’Università di Lucerna che conferma le posizioni della Lega, il nostro Movimento si aspetta che il CF proceda quanto prima con la disdetta della Convenzione del 1974. La LdT non mancherà di intervenire politicamente in questo senso: la disdetta rappresenta un atto doveroso nei confronti del Ticino e dei Ticinesi. L’attesa è durata troppo; per troppi anni abbiamo versato ristorni non più dovuti. Adesso basta!”.
Un commento
Elezioni a settembre in confederazione?
Sta Lega dei ticinesi ha stancato: io non sono frontaliere ma è un attacco continuo