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Tassa sulla salute: “Frontalieri presi di mira, non sanno cosa fare. E’ il Far west”

La data per la mobilitazione generale è ormai fissata da giorni: il 15 febbraio a Varese in piazza scenderanno uniti i frontalieri insieme ai sindacati italiani e ticinesi. Con loro anche l’Associazione dei frontalieri.

Sul piatto diversi temi a partire dalla sempre più discussa e contestata tassa sulla salute.  Duro l’intervento del consigliere regionale del Pd Angelo Orsenigo. “La situazione per i frontalieri è sempre più confusa e Regione Lombardia che cosa fa? – si chiede l’esponente dem -. Si stanno moltiplicando le segnalazioni di lavoratori che non sanno come muoversi e come applicare una norma che – di fatto – non è ancora operativa, ma che genera tantissima confusione e situazioni paradossali”.

“Gli accordi con la Svizzera sono stati il frutto di un lungo e faticoso confronto tra le parti sociali, il Governo e la Confederazione Elvetica, che ha portato a un testo che, seppure nella sua complessità, introduceva inquadramenti chiari e certi ai lavoratori e alle lavoratrici – spiega il consigliere dem -. Ma la Lega, che ormai da anni ha preso di mira i frontalieri, imponendo da Roma delle modifiche alla legislazione in materia, ha solo creato maggiore confusione e la possibilità delle più varie interpretazioni delle norme, causando la creazione di diverse, troppe, tipologie di ‘frontalieri’.

Anche solo cambiando residenza, infatti, “senza alcuna comunicazione e quindi senza alcuna trasparenza, si può ricadere improvvisamente in un altro regime fiscale e quindi in un’altra categoria”.

“E, come se non bastasse, a questa matassa di norme e accordi così intricata si è aggiunta la tassa sulla salute, introdotta dal Governo con la legge di bilancio del 2024 – aggiunge Orsenigo – una legge sbagliata nel merito e nella forma, che disattende gli accordi bilaterali firmati pochi mesi fa e che sta producendo un vero e proprio Far West nelle aziende sociosanitarie, perché la Regione, che dovrebbe decidere come e se applicarla sui nostri frontalieri, non si è ancora espressa e sta lasciando le Asst con una norma nazionale in vigore, ma senza una delibera regionale che ne chiarisca le modalità di applicazione in Lombardia”.

La Lega, insomma, sta causando una grandissima confusione sia a Roma che in Lombardia – ribadisce il dem – perché ci ritroviamo con una tassa nuova non applicata e con una legge che sta producendo solo effetti negativi”.

“Così non si può proprio più andare avanti – conclude il consigliere – è ora che questa giunta regionale si assuma la responsabilità di fare chiarezza, perché i frontalieri devono poter sapere con certezza quali sono i loro doveri e quali i loro diritti”.

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