Le parole del ministro Giorgetti non sono passate inosservate. Quella frase sibillina con la quale è stata fatta balenare l’ipotesi di far pagare la tassa sulla salute ai comuni tramite i ristorni, ha immediatamente scatenato reazioni.
E se l’uscita del ministro sarà sicuramente uno dei temi della manifestazione del 15 febbraio a Varese, voluta dai sindacati proprio per confrontarsi su questa tassa, chi invece esprime subito il proprio disappunto è Massimo Mastromarino, presidente di Acif – Associazione Comuni Italiani di Frontiera –, nonché sindaco di Lavena Ponte Tresa.
“Ero presente a Varese all’incontro con il ministro Giorgetti e francamente sono stupito. Ancora una volta non si può pensare di affrontare un tema così delicato con delle battute, con lo stile degli emendamenti notturni creati per regolare il tema frontalieri e una tassa assurda come quella sulla salute”, dice Mastromarino.
Ovviamente il riferimento è prorpio agli emendamenti sulla Finanziaria – di metà dicembre – che prevedevano come i frontalieri dovessero autodenunciare il proprio status reddituale per adempiere al pagamento della tassa, pena sanzioni. In aggiunta venne discusso anche l’emendamento che prevedeva di diminuire la soglia minima di frontalieri necessaria per accedere ai ristorni dal 4% al 3% della popolazione residente..
“Mi è proprio sembrata, quella del ministro, una riflessione superficiale che non fa onore al ministro stesso – aggiunge Mastromarino – Una cosa però il ministro ha detto correttamente, ovvero che dovrà essere la Regione a decidere. Attendiamo. Vorrei solo ricordare che, ad esempio, si è già dichiarata contraria a tale ipotesi di tassa sulla salute la Regione Piemonte che ha anche lei molti lavoratori frontalieri in movimento verso la Svizzera ogni giorno”.
Anche perchè la materia dei frontalieri è regolata “da norme internazionali, frutto di anni di lavoro tra Italia e Svizzera. Infine voglio ricordare come il punto di partenza fosse quello di non mettere più le mani nelle tasche dei frontalieri. Tale patto va mantenuto”, spiega Mastromarino.
Intano si avvicina l’appuntamento del 15 febbraio al “quale se sarò invitato ovviamente parteciperò con piacere e sicuramente in quell’occasione si parlerà anche di questa prospettiva messa sul piatto dal ministro Giorgetti. Capisco che se non ci saranno svilluppi, i sindacati non potranno che agire di conseguenza”.
Il riferimento è a quanto detto nei giorni passati da Giuseppe Augurusa della Cgil Frontalieri che nell’annunciare l’appuntamento in piazza del 15 febbraio aveva dichiarato come i sindacati fossero pronti a impugnare l’eventuale normativa davanti alla Corte Costituzionale.