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“Ho avuto il Covid: pensavo agli abbracci dei miei cari, all’emozione di guarire. Ora aiuto (anche) così i pazienti”

Tantissimi operatori del settore sanitario italiano, ormai, sono tornati a vivere quotidianamente l’incubo del Coronavirus e a combatterlo in prima linea.

Sono tante le testimonianze che ogni giorno arrivano da medici, infermieri, personale Oss e da tutte le figure che assistono i pazienti Covid da ospedali, ambulatori e le infinite altre strutture dedicate all’assistenza dei malati.

Un grande messaggio di speranza e di aiuto arriva da Maria Rosaria Maugeri, medico dell’ospedale Fatebenefratelli di Erba, che attraverso il suo profilo Facebook ha diffuso parole di sostegno a chi sta affrontando il virus.

“In questo momento abbiamo bisogno di spensieratezza, di leggerezza – ci racconta Maria Rosaria – forse non sarà il metodo giusto per tutti, ma ho voluto provare a dare un po’ di sollievo a chi sta vivendo la difficile situazione di contagio dal Covid. Sono tanti i racconti drammatici che ogni giorno arrivano dagli ospedali, per questo ho voluto comunicare qualcosa di diverso e di ottimista”.

Maria Rosaria, infatti, nei mesi scorsi aveva contratto il Covid. Così, si era ritrovata nella difficile situazione di gestire la malattia a livello personale, oltre che professionalmente. Il suo metodo per allontanare il pensiero della malattia?

“Pensare intensamente a ciò che mi rende felice – spiega – a cosa avrei fatto quando fossi guarita. E’ un metodo non tradizionale, ma a me è servito. Può essere un modo per dialogare col paziente, aiutandolo a superare i momenti difficili della malattia”.

Di seguito il lungo post pubblicato dalla dottoressa Maugeri sul proprio profilo Facebook:

Oggi ho smontato dalla notte e mentre andavo a cambiarmi ho incontrato in spogliatoio la mia collega anestesista che smontava anche lei dalla notte. Le ho chiesto come fosse andata la notte in rianimazione: “tremenda, una notte tremenda, come ormai tutte” mi dice. L’età media dei pazienti è diminuita rispetto all’ ondata precedente”.

Poi gentilmente mi chiede come sto. Lei sa che anche io ho avuto il covid 19 e che sono guarita. Così inizio a raccontarle la mia esperienza..

Vedere scritto nero su bianco: tampone covid 19 presente….Fa una certa impressione, soprattutto quando il referto è il tuo!! O peggio quando è quello della tua bambina. È un po’ come ricevere una diagnosi oncologica, mi verrebbe da dire. Ti mette una etichetta addosso (e non solo…) che fa paura. Ma cos’è la paura?

La paura è una emozione primaria di difesa, provocata da una situazione di pericolo che può essere reale, anticipata dalla previsione, evocata dal ricordo o prodotta dalla fantasia (wikipedia)…Non vi dico che ricordi mi affioravano!

E così le racconto come mi sono sentita: preoccupata, impaurita…oltre ai disturbi fisici effettivi: stanchezza, dolori, bruciori, senso di perdita della memoria, confusione…tralasciando le varie difficoltà burocratiche e organizzative all’interno della casa e della famiglia (ma queste ultime sono davvero di poco significato in fondo).

Poi però le ho anche detto cosa mi ha aiutato a non arrendermi, a non buttarmi giù…Ed è per questo motivo che scrivo questo post (un po’ insolito rispetto ai miei soliti). Perché vorrei condividere con le persone che si trovano in questo momento, in questa fase buia, il trucchetto che ha aiutato me…Non è un metodo scientifico, ma con me ha funzionato e se potrà essere utile ed efficace anche solo ad una persona questo post avrà un senso!

Per evitare di farmi sopraffare dagli eventi, dall’emozione di paura, dalla preoccupazione ecc, ho cercato di immaginare cosa avrei fatto quando sarei guarita, ma non l’ho solo immaginato nella mente, l’ho sentito anche nell’emozione. Cioè ho cercato di immaginare come mi sarei sentita nel fare quello che avrei voluto fare quando fossi guarita…Ho immaginato situazione per situazione…Evento per evento, momento per momento, “sentendo” come se fossi realmente lì in quella circostanza, ho sentito l’emozione che avrei provato.

Allora mi è venuto in mente che forse si potrebbe consigliare questa “tecnica” anche ai nostri pazienti. Non credo di aver inventato nulla di nuovo! Che il pensiero crei la realtà è argomento scientificamente riconosciuto dalla fisica quantistica, lo so bene! Ma perché non applicare questo concetto anche in questo momento di forte stress per tutti?

Quando si sta per mettere un paziente dentro al “casco” (alla cpap) o prima di intubare un paziente…Oltre a spiegare tecnicamente cosa si andrà a fare e per quale ragione, perché non dare un’idea al paziente di come fare a sopportare questi momenti, che per altro non si sa a priori quanto tempo dureranno?

Basta veramente dedicare 5 minuti al dialogo col Paziente e provare a proporgli un trucco, mi piace definirlo “un giochetto” da fare, che potrà dargli una via di fuga dai pensieri angoscianti, negativi, bui. Quindi a tutti i pazienti che in questi giorni sono affetti da covid 19 (ma vale anche per chi ha altre patologie croniche) il mio consiglio è:

Giocate con la realtà…Immaginate minuziosamente come se stesse accadendo realmente quello che fareste se foste guariti.. Immaginate e sentite l’emozione che vi creerebbe quella circostanza nel minimo dettaglio, meglio che potete!

Per esempio immaginate di riabbracciare un vostro caro e sentite proprio il calore, la stretta, il tatto sui vestiti, l’odore del vostro caro, la gioia nel farlo, il tremore ecc. Ognuno si sbizzarrisca a pensare a ciò che più gioia gli riesca a dare!

Provare non costa nulla
Non ha effetti collaterali
Lo si fa da soli
Basta veramente poco tempo, ma si può “giocare” finché si vuole.

E se non funzionasse?.. non abbiamo perso nulla!
Provare per credere!
O forse credere…per provare!

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Un commento

  1. Solo un appunto: a me pare che fra una diagnosi oncologica ed una di Covid 19 ci sia una grande differenza. Non fosse altro che il 95% dei contagiati di covid, non ha grandi problemi. Va bene non sottovalutare ma nemmeno drammatizzare..

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