“Un cinema! Stavo portando via la squadra…”. Questo è il benvenuto che riceviamo appena varcato l’ingresso del palazzo del ghiaccio di Casate. A sbottare proprio davanti al taccuino è l’allenatore degli Under 9 della squadra di hockey di Lugano, furibondo per il caos degli spogliatoi affollati all’inverosimile e condivisi con altre squadre (un water per 30 piccoli atleti, docce non di bell’aspetto come si vede nella fotogallery sotto). Che il coach ticinese fosse o meno al corrente delle polemiche di fuoco che da una settimana divampano attorno alla struttura comunale, di sicuro le sue parole vi si inseriscono alla perfezione. Perché dopo il velenosissimo botta e risposta tra i vertici dell’Hockey Como e il Comune a causa della cancellazione dello storico torneo Gosetto, oggi è stata un’altra giornata di alta tensione.
L’antefatto è ormai acquisito: la società accusa Palazzo Cernezzi di ritardi inaccettabili al confine con l’ostracismo, puntando il dito sulla mancata autorizzazione per ospitare almeno 99 tifosi che sarebbe la causa principale della cancellazione del torneo internazionale; dal canto loro, l’assessore allo Sport Marco Galli, il sindaco Mario Landriscina e Csu ieri hanno ribattuto che investimenti e attenzione per il palazzo del ghiaccio e l’Hockey Como stesso non sono mai mancati, ricevendo in cambio “insulti” e critiche aprioristiche. In questo clima, oggi – comunque la si veda – si è consumata una clamorosa beffa. A fronte dell’atteso ok all’apertura delle tribune a 99 persone annunciato dal Comune martedì scorso (secondo la società sportiva comunque in ritardo per organizzare il Gosetto), oggi quelle stesse tribune sono invece rimaste ancora desolatamente vuote nonostante il torneo in programma per i piccoli provenienti anche dalla Svizzera.
“Noi abbiamo chiesto venerdì a Csu di poter aprire le tribune – dice il presidente dell’Hockey Como, Luca Ambrosoli mostrando tutte le mail – Ci è stato detto che avremmo dovuto chiedere al sindaco l’ok. Lo abbiamo fatto e abbiamo scritto anche all’assessore Galli. Non abbiamo ricevuto risposte”. Ma la rabbia per la situazione del palazzo del ghiaccio e per i rapporti con il Comune è tanta. Come si può vedere ed ascoltare nella videointervista che Ambrosoli ci ha concesso.