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Hockey Como, il Comune firma in ritardo dopo mesi d’attesa. Addio al sogno dei bimbi, l’ira dei padri

Il cuore è gonfio e diviso perfettamente a metà tra rabbia e un dispiacere buio. E dal cuore – “come padri di famiglia” prima ancora che dirigenti sportivi – le parole sgorgano come un fiume impetuoso, incontrollabile. Protagonisti loro malgrado di una vicenda che ha dell’incredibile sono il presidente dell’Hockey Como, Luca Ambrosoli, e il componente del consiglio direttivo della società, Paolo Sala. I quali hanno visto concretizzarsi ciò che pareva impossibile: la necessità di annullare lo storico e prestigioso “Torneo Gosetto”, che quest’anno sarebbe giunto alla 29esima edizione. Questo perché il Comune – tramite la società che gestisce il palazzo del ghiaccio di Casate, Csu – non ha consegnato in tempo l’autorizzazione all’apertura degli spalti almeno per 99 persone, nonostante i lavori di adeguamento della struttura fossero già stati eseguiti. Necessità ineludibile per lo svolgimento del torneo, poiché a fronte delle squadra di 15 bambini, il 25 e 26 marzo prossimo sarebbero ovviamente arrivati a Como anche dirigenti, accompagnatori, famiglie, amici. Perché parliamo di un evento di caratura internazionale, con squadre di piccoli giocatori Under 10 che da quasi 3 decenni vengono a Como anche da altri paesi, in testa Svizzera, Germania, Francia.

E invece no, non accadrà nulla, poiché a ieri sera – quando su pressione dei team partecipanti, il consiglio direttivo dell’Hockey Como si è riunito – non esisteva ancora il via libera all’apertura parziale degli spalti. E le squadre che dovevano organizzarsi non poteva più aspettare oltre, nell’incertezza. Anche perché è dallo scorso mese di ottobre – con ulteriori rassicurazioni giunte alla società biancoblù dal Comune il 22 gennaio scorso – che l’Hockey aspettava l’agognata autorizzazione.

Oggi, dunque, è il giorno della collera. “Sono 16 mesi che si trascinano i problemi- dice Paolo Sala, con un bimbo nella squadra – Oltre alla desolazione del fatto in sé, questo ha significato per la società dover rinunciare agli incassi dei biglietti e perdere sponsor. Ci restano solo le quote sociali per tenere in vita una società con 150 atleti. Ci siamo autotassati, abbiamo fatto noi degli interventi, ci abbiamo messo la passione, il tempo, la speranza. Non è servito. Nessuno porta i bambini a giocare a hockey perché vuole vincere o perché sogna che diventi un campione, lo facciamo per i valori che insegna lo sport, per il il suo valore sociale, perché l’aiuto che offre nel crescere, nel formare il carattere. E questo è il trattamento che ci è stato riservato dal Comune: 16 mesi di attesa, valanghe di promesse mai mantenute, lavori che alla fine hanno richiesto sì e no 12 ore in tutto e alla fine il ritardo sull’autorizzazione. E’ una cosa vergognosa”.

Dello stesso tenore le parole ufficiali del presidente, Luca Ambrosoli, che addirittura paventa la vendita del club: “Per noi informare dell’annullamento le squadre già iscritte al Torneo rappresenta una brutta sconfitta non solo per la società ma anche per l’immagine della città di Como. E Como non si merita questo – prosegue Luca Ambrosoli a nome del direttivo – Negli ultimi 15 mesi c’è stato un vero e proprio accanimento da parte delle istituzioni verso l’Hockey Como che purtroppo non può più reggere tale situazione. A breve chiuderemo la stagione sportiva più buia della nostra storia: l’inagibilità dello stadio ci ha fatto perdere sponsor, entrate dalla rivendita di biglietti ed ora anche il nostro Torneo Gosetto. Mi riserverò nei prossimi giorni di valutare una cessione del club”.
Tra l’altro, l’anno scorso il sindaco Mario Lucini firmò una deroga che invece – recriminano in società – “è mancata”.
Terribile la frase finale di Ambrosoli: “Lo sport ha perso, la malapolitica ha vinto”.

Marco Galli

Dal canto suo, l’assessore comunale allo sport, Marco Galli, si dice rammaricato ma non accetta l’accusa di non aver fatto nulla: “Mi rattrista molto quanto accaduto, anche perché proprio in queste ore l’autorizzazione è arrivata e i tempi sono dipesi dalle ultime verifiche dei vigili del fuoco. Il torneo è stato annullato prima che potessimo comunicarlo alla società. Sarebbe bastata una telefonata prima della decisione di cancellare l’evento. Al presidente ho già espresso il mio dispiacere però una cosa voglio dirla: questa è una brutta pagina, ma non bisogna nemmeno dimenticare che a settembre la prospettiva reale era che il palazzo del ghiaccio rimanesse chiuso del tutto, invece abbiamo lavorato almeno per garantire le attività. Nei prossimi mesi lavoreremo per arrivare all’apertura completa delle tribune”.

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