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Quei 5 miliardi abbandonati negli istituti svizzeri che i lavoratori italiani (e non solo) non rivendicano

Il caso di Angela, la donna italiana che si era letteralmente dimenticata un periodo di lavoro in Svizzera, che una volta “ricordato”, le ha portato in dote oltre 80mila euro (peraltro tutti dovuti), non è l’unico caso di gruzzoli potenzialmente abbandonati oltreconfine. Nel gennaio scorso, un approfondito, articolo di swissinfo.ch  – il servizio online della Radiotelevisione svizzera – dedicò un ampio focus a queste situazioni, arrivano a stabilire l’enorme cifra che non viene riscattata dai lavoratori stranieri in Svizzera – di cui ovviamente una ampia fetta italiani –  per i più disparati motivi.

“Ogni anno – spiegava l’articolo gli istituti di previdenza perdono le tracce di decine di migliaia di ex assicurati, la metà stranieri, che avrebbero diritto a degli averi per la vecchiaia. Miliardi di franchi rimangono così in attesa di essere un giorno richiesti dai loro proprietari. Cosa che spesso non succede nemmeno”.

Ma a quanto ammonta il tesoro degli ex assicurati in Svizzera che poi lasciano nella Confederazione migliaia di franchi, frutto di anni di duro lavoro? Complessivamente, è la stima, un’enormità: circa 5 miliardi di franchi, accumulati nelle casse pensioni in Svizzera.

Spiegava swissinfo.ch: “Il fenomeno fa seguito generalmente a cambiamenti di datore di lavoro. Anche se ciò non dovrebbe avvenire. La Legge sulla previdenza professionale (LPP) garantisce infatti ad ogni assicurato il diritto ad una prestazione di libero passaggio, ossia al versamento del capitale della cassa pensione all’istituto di previdenza del nuovo datore di lavoro. Se l’assicurato non trova subito un nuovo datore di lavoro, gli averi accumulati devono essere depositati su un conto bloccato presso la Fondazione istituto collettore LPP – creata appositamente dai partner sociali – oppure presso una banca o un’assicurazione. Dovrebbero rimanervi fino a quando l’assicurato chiede il trasferimento a una nuova cassa pensione oppure fino al versamento all’età di pensionamento”. Ma alla fine, gran parte di quei soldi non viene più rivendicata dai proprietari, peraltro nemmeno facilmente rintracciabili. In particolare, mentre i cittadini svizzeri – o perché si ricordano spontaneamente di quelle cifre, o perché vengono rintracciati dagli istituti – spesso tornano in possesso delle somme di loro spettanza, per gli stranieri questo si rivela sovente impossibile.

Basti pensare che già soltanto la Fondazione istituto collettore LPP ha perso il contatto con 600’000 detentori di conti, di cui la metà stranieri, per un importo complessivo di 2,5 miliardi di franchi. E secondo le stime, una somma equivalente è in giacenza presso banche e assicurazioni.

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11 Commenti

  1. Da circao il 2000 sto lavorando in Svizzera o come frontaliere versando tutti i contributi regolarmente ad oggi ma mi dicono che essendo nato nel 1939 non ho diritto ad alcun trattamento a fine lavoro
    Gra
    Tò per un chiarimento

  2. Io ho lavorato due anni in Svizzera come frontaliera ma una volta sposata non ho più lavorato ,ho perso la documentazione ,non so se posso avere qualche rimborso visto i pochi anni e non so dove chiedere sono passati 50 anni

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