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Il Comune di Como stronca l’Azienda sociale: “Vertici mai rinnovati, bilanci poco chiari, assunzioni senza piano”

Il Comune di Como sferra un attacco frontale ai vertici dell’Azienda sociale comasca e lariana (Ascl) ente nato 6 anni fa per la gestione dei Servizi alla persona di natura sociale, compresi interventi di formazione e di orientamento, tra tutti i comuni comaschi associali (oltre al capoluogo anche Albese con Cassano, Bellagio, Blevio, Brienno, Brunate, Carate Urio, Cernobbio, Faggeto Lario, Laglio, Lezzeno, Lipomo, Maslianico, Moltrasio, Montano Lucino, Montorfano, Nesso, Pognana Lario, San Fermo della Battaglia, Tavernerio, Torno, Veleso e Zelbio). E’ pesantissima la delibera approvata dalla giunta di Palazzo Cernezzi – che peraltro aveva già espresso addirittura la volontà di abbandonare l’Azienda – con l’obiettivo di ottenere entro breve tempo maggiore trasparenza su vertici, conti, costi e assunzioni.

I passaggi con cui la giunta Rapinese punta il dito sulla gestione dell’Ascl sono micidiali. Eccone alcuni, volutamente testuali, per dare l’idea della pesantezza dei termini. Dalle analisi di natura economica, patrimoniale e finanziaria, ad esempio, secondo l’amministrazione è emerso quanto segue:

a) Il costo del personale dell’azienda è stato di € 412.242,00 nell’anno 2021, di € 531.624,00 nell’anno 2022 e di € 571.436,00 nell’anno 2023. Nell’elenco del personale che è presente un dipendente con stipendio superiore ad € 72.000,00 Il direttore dell’Azienda non è dipendente ed il suo costo è inserito nei costi indiretti tra i servizi.

b) La società gestisce una serie di dati ed informazioni ai fini della redazione del bilancio attraverso fogli Excel progressivamente alimentati in funzione delle diverse attività svolte. Tali fogli di lavoro sono utilizzati per la gestione della contabilità e la redazione del bilancio di esercizio annuale. La gestione extra contabile di dati ed informazioni attraverso i predetti prospetti rende però particolarmente farraginoso il processo di chiusura annuale (e periodico infrannuale) dei dati contabili ai fini del bilancio.

c) I dati di natura gestionale utilizzati per la ricostruzione di informazioni che confluiscono nel bilancio non quadrano con i dati riportati in contabilità generale. La quadratura tra i dati gestionali e i dati contabili fornirebbe una più attendibile ricostruzione dei costi e ricavi attribuibili alle diverse attività della società.

d) L’attribuzione della natura dei costi (diretti e indiretti/generali) avviene da parte del personale della società secondo regole di “buon senso” che, seppur apparendo ragionevoli e condivisibili, non risultano preventivamente definite e/o formalizzate. Tale modo di operare può comportare la modifica, da un anno all’altro, del criterio utilizzato per l’attribuzione dei costi alle diverse attività sulla base del giudizio dell’operatore amministrativo deputato a tale attività.

Insomma, la sintesi è tremenda: costi enormi, ruoli poco chiari, informazioni relative al bilancio che “non quadrano”, redazione dei documenti contabili fatta a “buon senso”. E ancora – proseguendo – si trovano altri passaggi relativi “all’analisi di natura giuridico-amministrativa svolta dal Comune di Como” che segnala “la necessità di revisionare il Contratto di Servizio il quale presenta delle criticità”. Che sono poi elencate, ad esempio, in:

– difficoltà del Comune di Como nell’operare le attività di controllo sull’operato dell’ASCL in assenza di pubblicazione e trasmissione dei verbali delle sedute dall’Assemblea Consortile, nonché in assenza nello statuto di concrete modalità di verifica delle attività svolte dall’organo amministrativo e dal Direttore;

– possibile disallineamento normativo rispetto alle TUEL nella separazione delle funzioni politiche e amministrative in presenza di accorpamento della figura del Direttore e Amministratore Unico (art. 37 statuto);

– necessità di una più stringente applicazione dei principi pubblicistici per l’affidamento dei servizi funzionali all’attuazione del Piano di Zona e per l’assunzione del personale, nonché per le relative progressioni di carriera;

– necessità di chiarire le previsioni statutarie (art. 24) relative alla prosecuzione degli incarichi di Presidenza e Vicepresidenza dell’Assemblea Consortile. Allo stato tali incarichi sono stati conferiti nel 2019, con verbale del 04/02/2019, senza successiva riconferma o variazione al termine dei mandati amministrativi presso i rispettivi Comuni.

– necessità di meglio distinguere tra soggetti diversi le funzioni di indirizzo/programmazione, di gestione e realizzazione oggi tutte in capo all’ASCL in modo non perfettamente conforme alle previsioni delle indicazioni fornite da Regione Lombardia.

Durissimi anche i passaggi sul presidente, e in generale sul personale, poiché la relazione di Palazzo Cernezzi afferma che “dall’analisi dei verbali delle assemblee consortili che coprono il periodo dal 01/01/2020 al 31/12/2023, pervenuti al Comune in data 16/01/2024 è emerso che”:

– nel periodo dal 01/01/2020 al 31/12/2023 non risulta mai essere stato messo all’ordine del giorno il rinnovo delle cariche di Presidente e di Vicepresidente dell’Assemblea Consortile nominati in data 04/02/2019;

– il Sindaco del Comune di San Fermo della Battaglia ha continuato a svolgere le funzioni di Presidente dell’Assemblea Consortile, nonostante abbia concluso il mandato amministrativo nel 2022;

– l’Assemblea non ha recepito il termine del mandato amministrativo e la successiva rielezione, avvenuta in data 13/06/2022, senza procedere con una nuova nomina;

– Non risulta approvato dall’Assemblea Consortile un piano delle assunzioni del personale.

Ed ecco, quindi, l’indirizzo con cui il Comune capoluogo chiede di cambiare andazzo per rimanere nell’ente. Viene dunque chiesto – entro il prossimi 31 dicembre 2024, tramite proroga – “un percorso di riorganizzazione alla luce di tutto quanto rilevato”, “la revisione dello statuto, e/o previsione di patti parasociali, al fine di rendere effettivo il controllo sull’ASCL da parte dei Comuni soci anche rispetto alla figura e alla funzione del direttore generale, chiarendo nello statuto la nomina e la durata dell’incarico di Presidente dell’Assemblea Consortile”, “la formulazione, alla scadenza del Piano di Zona, di un nuovo Accordo di Programma e di un nuovo contratto di servizio che tengano conto delle criticità sopra rilevate con particolare riferimento alla qualifica di ente capofila, agli aspetti di governance”, “di fornire indirizzo affinché sia chiesta e disposta rapidamente la convocazione di un’Assemblea Consortile straordinaria”.

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15 Commenti

  1. Nuova crociata del Sindaco Rapinese che evidentemente non ama gli organismi collegiali ma soprattutto ama la logica del “il pallone è mio e senza di me non si gioca”. Finirà isolato come già capitato in altre situazioni simili e di recente al Presidente del Consiglio a Bruxelles. Proprio un grande stratega!!!!!

  2. Certo che la giunta Rapinese è sempre più scomoda in queste situazioni vergognose. La magistratura in questi casi, chiedo, non può o non vuole intervenire?

    1. Sono passati due anni e la sbandierata trasparenza delle spese del comune (“pubblicherò sul sito del comune ogni fattura di ogni spesa”) ancora è lettera morta. Si dia da FARE anche con quella.

  3. Visti dall’esterno, tutti questi rilievi possono anche avere senso, ma ci si chiede quando è come siano stati espressi all’interno dell’ente. Si tratta per la quasi totalità di osservazioni di natura formale, apparentemente fondate e perciò potenzialmente utili. Tuttavia manca del tutto una valutazione oggettiva dei costi/benefici, quindi non si sa se stiamo parlando di un’attività efficiente e necessaria o di un inutile carrozzone. Quindi, bene per l’individuazione di eventuali criticità, meno bene il modo di esporre e comunicare, che tradisce un po’ il gusto della sparata o della polemica politica, utile proprio ad alimentare commenti come quelli che si leggono in questa pagina.
    PS – attendiamo con impazienza il suono dell’altra campana, perché una corretta valutazione dell’opinione pubblica è altrimenti impossbile.

  4. Le “opposizioni” che hanno confezionato, durante le loro amministrazioni, questo bel pacchetto regalo cosa dicono?…attendiamo strali e accuse di?… volontà di trasparenza esagerata???… necessità di protagonismo???… viste le reazioni di tutte le altre “magagne” scoperte da questa amministrazione…

  5. Nel frattempo chi ha avuto (compensi annui d’oro) se li tiene e chi ha pagato (pantalone) rimane mazziato.
    Da quello che si legge sarebbe utile che la magistratura facesse un controllo più approfondito ma questa resterà una illusione. Ma quante di queste perle abbiamo in Italia???
    Quanto ci costano??

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