Il cuore buono di Como si è dato appuntamento oggi all’ospedale Valduce, dove decine di persone – volontari di Admo – si sono messe pazientemente in fila con una grande speranza: possedere il midollo compatibile con quello del piccolo Alessandro Maria Montresor, il bambino di un anno e mezzo affetto da linfoistiocitosi emofagocitica.
Una malattia rara, poche settimane di vita, una possibilità su 100.000 di trovare il midollo compatibile, la corsa contro il tempo, gli appelli sui media.
I genitori, italiani e residenti a Londra, insieme a Admo, l’associazione donatori di midollo osseo, hanno avviato il progetto “Match4Alessandro”: un tour che toccherà diverse strutture ospedaliere alla ricerca di quell’unica possibilità.
“Per molto tempo non ho donato – dichiara Luca Proserpio, comasco di 25 anni che lavora come salumiere e panettiere in un supermercato – mi dicevo: sono già in tanti. Ma non è così. Dopo essermi informato sono diventato donatore AVIS e oggi sono qui per ADMO: è il mio riscatto personale, la rivincita sulla mia negligenza degli anni passati”.
Sostenere ADMO è molto semplice, eppure sono soltanto 390.000 i donatori italiani.
“Non si tratta di una pratica dolorosa – assicura Manuela Germanò, referente ADMO Como – gli unici effetti collaterali possono essere un lieve malessere e indolenzimento, simili a sintomi influenzali. La donazione di midollo osseo è sicura, ruba poco tempo e può salvare una vita”.
Per iscriversi al registro dei donatori ADMO bisogna avere un’età compresa tra i 18 e i 35 anni, godere di ottima salute e pesare almeno 50 chili.
“La scelta della fascia di età – prosegue Germanò – è data dal fatto che più il donatore è giovane maggiori saranno le possibilità di riuscita del trapianto tuttavia, una volta iscritti, si può continuare a donare fino a 55 anni”.
I donatori ADMO sono anonimi, in pratica non si sceglie chi aiutare. Le possibilità di compatibilità sono scarse e proprio per questo è importante avere più iscritti possibili.
“Sono donatrice AVIS e ho saputo della vicenda del piccolo Alessandro dai giornali – commenta Chiara Nesta, studentessa comasca di 25 anni – credo sia giusto che chi è in salute aiuti i più sfortunati. Si tratta solo di donare un pò del proprio tempo”.
Ma come si diventa donatori ADMO?
“Bisogna compilare un questionario anamnestico sullo stato di salute e sottoscrivere il consenso informato – sottolinea Alessandro Rusconi, referente ADMO Como – dopodiché si procede con la tipizzazione, come quella che stiamo effettuando oggi, e da quel momento si è inscritti a IBMDR, il registro italiano donatori di midollo osseo”.
La tipizzazione si ottiene attraverso il prelievo di sangue o saliva e rappresenta la mappatura genetica del donatore: se il midollo è compatibile con quello di un potenziale ricevente si effettuano ulteriori esami e se anche questi vanno a buon fine si procede con la donazione.
“Sono di Bari, in trasferta a Milano per lavoro, oggi ho deciso di presentarmi qui – afferma Francesco Matteucci, assicuratore di 27 anni – per aiutare Alessandro o chiunque altro necessiti del mio midollo: ogni malato merita una speranza, bisogna debellare paura, egoismo e cattiva informazione”.
Il midollo si rigenera in 15 giorni e può essere estratto attraverso il prelievo da sangue periferico tramite aferesi (la procedura che permette di isolare la componente cellulare utile al trapianto) oppure tramite il prelievo dalle ossa del bacino.
I volontari ADMO sono spesso supportati da altre associazioni e oggi, al Valduce, al loro fianco c’erano Croce Rossa e AVIS Como.
“Siamo qui per sostenere ADMO – conferma Domenico Migliaccio, volontario AVIS – e allo stesso tempo speriamo di trovare donatori di sangue disposti a unirsi a AVIS. Donare è semplice e noi volontari siamo sempre disponibili per fornire tutte le necessarie informazioni”.