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Il Lago di Como e Lombardia ritrovano dopo 8 anni e mezzo un vero gioiello: riapre il teatro che è la “piccola Scala”

È un annuncio che segna la fine di una lunga attesa per la comunità: il Teatro Sociale di Lecco riapre le sue porte. Tremila giorni dopo l’ultima chiusura, la data ufficiale indicata dal sindaco Mauro Gattinoni è il 29 novembre. Un momento storico per Lecco e per la cultura lombarda, che vede il ritorno in attività di uno dei suoi simboli più amati, affettuosamente chiamato la “piccola Scala lecchese“.

Stagione di transizione e novità in vista

La riapertura del Teatro Sociale segnerà l’inizio di una stagione teatrale di transizione. Sebbene la data di inaugurazione sia fissata per fine novembre, il sipario si alzerà per spettacoli e musica sinfonica a partire da gennaio.

Gli appassionati potranno sottoscrivere gli abbonamenti già da fine novembre. I dettagli sui costi e le riduzioni sono ancora in fase di definizione, ma l’importante è che la vita torni a scorrere tra i palchetti dello storico edificio.

Otto anni e mezzo di silenzio: un’attesa infinita

Otto anni e mezzo (circa 3000 giorni) sono un periodo significativo di silenzio per il Teatro Sociale, ma il suo passato ha conosciuto chiusure ben più lunghe. Il dato non è casuale: l’attuale stop è esattamente la metà esatta dei diciotto anni di chiusura totale che caratterizzarono il Teatro dal 1951 al 1969.

Furono anni cruciali, segnati da un dibattito drammatico: restaurare il Teatro Sociale o abbatterlo per far spazio a una nuova arteria cittadina che si collegasse direttamente al Ponte Nuovo?

Fortunatamente, personalità influenti come l’allora direttore del Giornale di Lecco, Giacomo De Santis, e il sindaco Alessandro Rusconi si schierarono a difesa del bene culturale. Il Comune di Lecco completò man mano l’acquisizione dei palchetti e, a novembre 1969, il Teatro Sociale fu nuovamente inaugurato, quasi un secolo dopo la sua “prima”.

Dal cemento all’affresco: Il dettaglio della volta

Nonostante la riapertura del 1969, un elemento cruciale era ancora incompiuto: la volta. Ricoperta in passato da uno strato di cemento e amianto, rimase una “tabula rasa” per diversi anni.

La rinascita artistica della volta arrivò nel 1979 grazie all’intervento di Orlando Sora, che la affrescò con la suggestiva opera “L’allegoria della vita“. Un capolavoro reso possibile anche grazie al mecenatismo della Banca Popolare di Lecco, a testimonianza di come il sostegno privato alla cultura fosse cruciale in quegli anni.

La riapertura del 29 novembre non è solo la fine di un restauro, ma la celebrazione di una resilienza storica: il Teatro Sociale di Lecco è pronto a scrivere un nuovo, atteso capitolo della sua storia.

Le parole del sindaco

Cari lecchesi,
il 29 novembre 2025 sarà una data storica della nostra città: dopo otto anni di attesa e di lavori, si alza il sipario del Teatro della Società – Lecco. Un luogo vitale per Lecco, un luogo “motore” di comunità.

Gli eventi inaugurali saranno l’occasione per celebrare non solo la riapertura di uno spazio fisico, ma anche il lavoro corale che ha reso possibile questo traguardo. Desidero ringraziare, fin da oggi, l’Assessore Maria Sacchi e tutti gli uffici comunali, le professionalità e le maestranze coinvolte nella complessa operazione, che con dedizione e competenza hanno portato a termine gli interventi necessari e si apprestano ora allo sprint dell’ultimo chilometro.

Già da oggi, passeggiando lungo piazza Garibaldi, i lecchesi possono ammirare la facciata restaurata del Teatro, con le cromie originali volute dall’architetto Giuseppe Bovara, ma il bello sarà scoprire gli innumerevoli dettagli storici che sono emersi dai restauri interni, cui si aggiungono le grandi innovazioni tecnologiche e funzionali che rendono il teatro particolarmente performante e versatile.

L’apertura del Teatro si accompagna a un nuovo modello di gestione, aperto al contributo dei privati, che abbraccia un ampio ventaglio di offerta. La Fondazione Teàrte, infatti, aprirà in maniera pubblica e trasparente l’adesione a soci istituzionali e privati che vogliono sostenere la cultura in città. L’offerta artistica, in programmazione da gennaio 2026, è pensata per coinvolgere pubblici diversi e valorizzare talenti locali e nazionali, intrecciando il repertorio della grande tradizione a stili contemporanei, abbinandoli ai diversi spazi della città. Ringrazio per questo lavoro l’Assessore alla Cultura Simona Piazza e l’Assessore al Turismo ed eventi Giovanni Cattaneo.

Non vediamo l’ora di partire con la nuova programmazione. E non solo per la bellezza che ne scaturirà, ma perché da essa, dalle domande che la cultura muove, si costruisce un pensiero, si focalizzano le domande, si definisce un’identità, anche cittadina. Ne sono convinto: cultura è cittadinanza.

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