Una nuova, dura batosta per i dipendenti di Bally. Il celebre marchio di moda svizzero ha annunciato un’altra ondata di licenziamenti che colpirà lo stabilimento di Caslano, nel Canton Ticino. Verranno tagliati ben 30 posti di lavoro, un’ulteriore riduzione del personale che ha allarmato il sindacato OCST.
La notizia, confermata dal sindacato, segue l’acquisizione del brand da parte di un fondo d’investimento statunitense avvenuta nel 2024. Questa decisione drastica ridurrà il reparto produttivo da 57 a soli 27 dipendenti. Parallelamente, per altri 13 lavoratori sarà introdotto il lavoro ridotto.
Cambiamenti strategici e focus sul lusso
Secondo Luca Robertini, sindacalista dell’OCST, i tagli sono parte di una riorganizzazione più ampia. L’azienda intende concentrarsi esclusivamente sulla produzione di altissima gamma, considerata l’unica linea di prodotti ancora economicamente sostenibile per la produzione in Svizzera.
Lo stabilimento di Caslano si concentrerà d’ora in avanti solo sul segmento extralusso, mentre le altre linee verranno progressivamente dismesse. Questo cambio di strategia segna la fine di un’epoca per la produzione in loco e risponde alla necessità di razionalizzare i costi in un contesto di difficoltà economiche che la Bally affronta da anni.
Apertura del confronto e piano sociale
Nei prossimi giorni si apriranno le trattative tra la direzione aziendale, i dipendenti e i rappresentanti sindacali per discutere i dettagli del piano sociale che dovrà mitigare l’impatto dei licenziamenti. Le autorità cantonali sono già state informate delle misure. Le ripercussioni economiche e sociali per la regione ticinese restano un tema di grande preoccupazione.