Certamente raccogliere firme online e non con i banchetti di una volta, agevola l’operazione. Ma il successo della petizione lanciata il 7 dicembre scorso sulla piattaforma digitale Change.org, tramite aiuto meramente tecnico del figlio Giovanni, da Natalia Prada Veronesi (foto sotto), la pediatra ultra centenaria (è nata a Como il 20 ottobre del 1922) per salvare la sede della storica associazione culturale Carducci che il sindaco di Como Alessandro Rapinese vuole cacciare da mesi, resta sorprendente.
Il documento – che potete firmare qui – ha raggiunto l’enorme di cifra di 11.700 firmatari (quando scrivevamo, poiché alle 19.44 erano già salite a 13.522 ndr) numero davvero non scontato al di là del valore anche simbolico che ha assunto la vicenda (lo sgombero ordinato da Rapinese per il 5 novembre scorso è bloccato dal ‘trasferimento’ in tribunale della vicenda, con prossima udienza l’8 gennaio).
Di seguito, il testo della petizione.
L’associazione Carducci, nacque nel 1903 quale Pro cultura Popolare, aveva come missione quella di supportare l’azione dello Stato nella diffusione della cultura presso i ceti meno abbienti, mediante corsi tecnici, corsi di cultura artistica e musicale, concerti, conferenze; essa era sostenuta dall’iniziativa congiunta del suo ideatore Enrico Musa, unitamente al supporto economico di molti industriali e dalla Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde.
L’attuale sede fu eretta nel 1910 su progetto dell’architetto Cesare Mazzocchi, grazie alla generosità di molti donatori e al contributo della popolazione, è un simbolo della nostra città. Nel 1930, i fondatori dell’Associazione hanno ceduto la loro sede all’Amministrazione Comunale, con l’impegno da parte del Comune di pagare per sempre le bollette della luce e del gas.
Oggi, mutate le condizioni sociali di acculturamento, l’Associazione Carducci si propone di offrire al più vasto pubblico possibile, ai giovani, ai meno giovani, alla terza età sempre più numerosa, un approfondimento culturale, ripercorrendo il solco della sua tradizione: teatro, musica e concerti, corsi di pittura, scultura, incisione, conferenze e viaggi culturali.
L’associazione è inoltre uno dei pochi spazi laici aperti alla città.
Ora una vertenza legale contrappone l’Associazione all’Amministrazione Comunale che vorrebbe dedicare una parte dell’edificio ad altri scopi.
I giudici prenderanno le loro decisioni, ma chiediamo che venga garantita all’Associazione Giosuè Carducci la possibilità di continuare ad operare nella sua sede storica. È un patrimonio che non vogliamo perdere. Siamo la voce di tutti gli affezionati e sostenitori dell’Associazione Giosuè Carducci.
Firma la petizione e salviamo la nostra eredità culturale.