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Il turismo esplode in Svizzera e il Ticino sbaraglia tutti: è sfida al Lago di Como?

Per la prima volta nella storia dell’Ufficio federale di statistica(come riporta TicinoOnLine), il settore alberghiero della Svizzera ha superato la soglia storica dei 25 milioni di pernottamenti durante la stagione estiva appena conclusa. La performance eccezionale è stata trainata in modo significativo da Ticino (+5,2%) e Grigioni (+4,9%), le regioni con le crescite percentuali più marcate. Che sia il primo segnale di un’imminente sfida con il Nord Italia e in particolare con il Lago di Como? Vediamo i numeri.

Dettagli del record stagionale

L’aumento storico è stato alimentato in particolare dal risultato del solo mese di ottobre, che ha visto un incremento del 4,1% nel numero di visitatori, raggiungendo 3,5 milioni di pernottamenti. Tutti i mesi compresi nella stagione estiva (da maggio a fine ottobre) hanno registrato una progressione rispetto all’anno precedente.

Complessivamente, l’UST ha rilevato un aumento annuo del 2,6%, attestandosi a 25,1 milioni di pernottamenti totali. Questo risultato è attribuibile a una crescita equilibrata, che coinvolge sia gli ospiti svizzeri (+2,8%) sia la clientela straniera (+2,4%), come precisato dall’UST in una nota.

Ad eccezione di agosto – i cui pernottamenti erano stati superiori solo nel 1992 e nel 1993 – tutti gli altri mesi della stagione hanno raggiunto livelli mai registrati prima. Questa performance consolida la tendenza positiva in atto, successiva alle stagioni estive 2023 (+19,7%) e 2024 (+4,5%).

Le regioni al vertice della crescita

A livello regionale, il Ticino ha registrato la maggiore crescita percentuale (+5,2%), posizionandosi davanti ai Grigioni (+4,9%) e a Zurigo (+2,4%).

In termini di valore assoluto, sono stati i Grigioni a piazzarsi al primo posto con un incremento di 122’000 pernottamenti, seguiti da Zurigo (+99’000) e Ticino (+89’000). Sul fronte opposto, Ginevra (-0,9%, pari a -20’000) e la regione di Berna (-0,5%, pari a -20’000) sono state le uniche due destinazioni a mostrare un calo.

La spinta dei mercati internazionali: Stati Uniti e Europa

Gli Stati Uniti si confermano un motore cruciale, aumentando il loro contributo del 3,1% e generando 2,5 milioni di pernottamenti. Si tratta di un volume che non si registrava da ben 40 anni.

Anche la domanda proveniente dall’Europa ha manifestato una crescita significativa, segnando un +3,8% per un totale di 6,9 milioni di pernottamenti, il livello più elevato dal 2013. Il Regno Unito ha generato la crescita assoluta più forte (+10,8%), con risultati positivi anche da Germania (+2,9%), Italia (+4,5%) e Francia (+1,4%).

Analisi della clientela asiatica: calo complessivo, Cina in forte aumento

La tendenza è inversa per la clientela proveniente dall’Asia: con 2,9 milioni di pernottamenti complessivi, si registra un calo dell’1,1%. La flessione è attribuibile principalmente agli ospiti originari di Corea (-11,7%), Paesi del Golfo (-3,0%) e India (-2,6%). In forte crescita spiccano invece i visitatori cinesi (+11,1%).

Nonostante la crescita recente, la domanda asiatica rimane in contrazione del 22,3% rispetto al medesimo periodo del 2019 (pre-pandemia di coronavirus), e i pernottamenti degli ospiti cinesi sono ancora ben al di sotto (-42,8%) dei livelli pre-crisi. Infine, risultano in calo anche gli ospiti provenienti dai continenti africano (-2,3%) e oceanico (-1,4%).

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