Vecchio ippocastano addio, impossibile salvarlo e così è stato abbattuto. Per la precisione si parla di un esemplare di Aesculus hippocastanum posizionato di fronte all’ingresso di destra del parco (quello del vecchio ristorante) vicino alle scale che portano alla piccola grotta. Decisione obbligata con ordinanza firmata dal sindaco di Como, Alessandro Rapinese dopo le raffiche di vento fortissime che si sono abbattute sulla città lo scorso 19 gennaio. Le successive indagini disposte dall’amministrazione il 20 gennaio hanno evidenziato “una importante fessurazione tra le grosse branche alla biforcazione del castello dell’esemplare”. Così “il danno visibile è tale da far paventare il concreto rischio di schianto al suolo e, per questo motivo, è stata ordinata l’immediata interdizione della fruizione dell’area […] e, contestualmente, è stata disposta la verifica di stabilità del soggetto arboreo interessato, da eseguirsi a mezzo di approfondite indagini strumentali”.
Quindi l’esito: “Dall’analisi dei dati ottenuti dalle rilevazioni strumentali emerge come lo stato di degradazione del legno in particolare nella zona del castello, unito al fatto che oltre alle branche già fessurate e quindi non preservabili, anche una terza branca presenta legno destrutturato e friabile e si trova in prossimità del punto di cedimento, renda di fatto inevitabile l’abbattimento dell’albero che in caso contrario rappresenterebbe un pericolo per i fruitori del parco di Villa Olmo. La tensione dei cavi di cablaggio, ben visibile da terra, definisce l’urgenza della rimozione. Diviene dunque necessario intervenire nell’immediato per l’abbattimento dell’albero, prestando molta attenzione, in fase di smontaggio, ad eseguire operazioni controllate per evitare che bruschi movimenti possano rendere incontrollabile la gestione dell’operazione”. Cos necessariamente l’albero è stato abbattuto come da immagini.
8 Commenti
Mi sembra abbastanza inutile, cercando con impegno si trova sempre qualcuno che la vede in modo diverso, anche tra chi ha la stessa preparazione. Se solo esiste il minimo pericolo è indubbio che sia stata una scelta obbligata.
Si metteva in sicurezza e poi perizia. D’altronde A COMO NON SONO STATI MESSI ANCORA IN SICUREZZA PONTI TORRI ETC..🤣🤣 il dire e fare del nulla
Era doveroso avere 1 perizia prima di abbattere 1 albero secolare e bello. Ma l’ignoranza la fa sempre da padrone.
e infatti l’analisi è stata fatta
E bravo il saggio Luigi.
Se nel frattempo , in attesa della nuova perizia (nomina del perito, provvedimento di spesa, tempi perizia, confronto con la prima perizia) l’albero cade e lede o stronca una vita, allora tutti a gridare IN GALERA!!! ( primo imputato il sindaco accusato di omissione, mancata vigilanza, incauto comportamento ecc ecc)
Tutto ciò che crea disturbo o potenziale pericolo all’umano va immediatamente eliminato. Si facesse lo stesso coi nostri simili il mondo sarebbe senz’altro un posto migliore.
Peccato.
Piantumate un erede, giá che ci siete ed a maggior ragione anche al Pino abbattuto senza una ragione in tangenziale/ Aristide Bari.
Sarebbe stato bello e utile avere anche una seconda perizia prima di abbattere un monumento naturale simile.