“Senza una soluzione il caso dell’Ilva potrebbe diventare un disastro di tipo ambientale perché avremmo 25 chilometri quadrati abbandonati a se stessi, ma anche di tipo sociale con 20mila persone che andrebbero a ricadere sui sistemi di assistenza alla disoccupazione. L’Italia perderebbe attorno al 2 o 3% del Pil nazionale”.
Così Corrado Carrubba, ex Commissario straordinario per Ilva Spa, a Como per prendere parte all’incontro “Diritto penale dell’ambiente tra diritto penale, diritto del lavoro e diritto della salute” in Biblioteca Comunale “P. Borsellino”, commenta la situazione della vicenda dell’acciaieria tarantina, da anni coinvolta in una complessa vicenda giudiziaria e amministrativa.
“La soluzione va trovata per tanti motivi, necessariamente. La soluzione può essere pubblica, privata, misto pubblico-privato quello che sceglierà il Governo nella sua autonomia. Parliamo in ogni caso di un soggetto economico di interesse strategico nazionale – ha proseguito Carrubba, dimessosi dal ruolo di commissario straordinario lo scorso aprile – nessun Governo dovrebbe lasciare la situazione irrisolta. Come ha più volte dichiarato il Presidente del Consiglio Conte, rigore senza compromessi”.
Presenti all’evento, concentrato sulla complessa disciplina del diritto ambientale, l’avvocato comasco Marcello Iantorno in veste di moderatore, l’Onorevole Chiara Braga, membro della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati e il giudice Emanuele Quadraccia, del Tribunale di Como.