In Lombardia sono 89 le vittime del lavoro da gennaio a luglio, 3 ogni settimana. Rispetto al 2024 è stato registrato un decremento delle vittime: -12.7%. Cremona, Brescia e Lecco sono in zona rossa, con incidenze di mortalità che risultano ben superiori rispetto alla media del Paese. La regione rimane comunque in zona gialla, con un rischio di morte al di sotto della media nazionale. Milano prima in regione per vittime totali, Brescia maglia nera per decessi in occasione di lavoro.
IL COMMENTO AI DATI AGGIORNATI AL MESE DI LUGLIO 2025
“I numeri sono drammatici e raccontano, come purtroppo accade da anni, la storia di una strage che riguarda l’intero Paese, ma si manifesta con maggiore intensità in Lombardia. Ogni giorno, ogni mese e ogni anno, la regione registra il maggior numero di vittime in Italia: a fine luglio sono 89 i decessi. Ci sono però due elementi che attenuano, almeno in parte, la gravità del quadro: la riduzione del numero dei decessi (-12,7% rispetto al 2024) e dell’incidenza di mortalità, che rimane tra le più basse della Penisola. Per questo, anche alla fine di luglio, la Lombardia si colloca in zona gialla”. Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega, anticipa così l’indagine sulla situazione in Lombardia, sottolineando, oltre alla tragicità dei numeri l’importanza dell’incidenza di mortalità come vero indicatore di sicurezza di una regione.
IL RISCHIO DI MORTE IN LOMBARDIA, PROVINCIA PER PROVINCIA, A FINE LUGLIO 2025
Per individuare le aree più fragili d’Italia e della regione sul fronte della sicurezza sul lavoro, l’Osservatorio mestrino, elabora una mappatura del rischio rispetto all’incidenza di mortalità.
La zona gialla, in cui si trova la Lombardia, è quella che, subito dopo la bianca, raggruppa le regioni con l’incidenza di mortalità sul lavoro tra le meno elevate a livello nazionale. A fine luglio 2025, dunque, il rischio di infortunio mortale in Lombardia (14,1 morti per milione di occupati) risulta essere inferiore rispetto alla media nazionale pari a 18,3.
Per quanto riguarda le incidenze, in Lombardia emergono tre province in zona rossa: Cremona (44,5), Brescia (28,8) e Lecco (27,8). Segue in zona arancione Como (19,0). In zona gialla, invece, troviamo Bergamo (18,1) e Sondrio (13,7). Infine, in zona bianca: Lodi (10,1), Milano (9,1), Monza Brianza (7,5), Mantova (5,5), Varese (5,1) e Pavia (4,2). A fine luglio 2025, la Lombardia conta 89 decessi, in diminuzione rispetto ai 102 dello scorso anno (-12,7%). Tra questi, 64 si sono verificati in occasione di lavoro (10 in meno rispetto al 2024) e 25 in itinere (3 in meno dello scorso anno). Purtroppo, nonostante il decremento, la Lombardia resta la regione con il numero più alto di vittime, sia totali che sul lavoro.
MILANO: PRIMA PROVINCIA DELLA REGIONE PER DECESSI E INFORTUNI TOTALI
Il più elevato numero di decessi totali è stato registrato in provincia di Milano (23). Seguono: Brescia (17), Bergamo (16), Cremona (9), Como (6), Lecco e Pavia (4), Monza Brianza e Varese (3), Mantova (2), Sondrio e Lodi (1).
Brescia è in cima alla graduatoria degli infortuni mortali in occasione di lavoro con 16 vittime. Seguono: Milano (14), Bergamo (9), Cremona (7), Como (5), Lecco (4), Monza Brianza (3), Varese (2), Mantova, Pavia, Lodi e Sondrio (1).
Ed è sempre la provincia di Milano a far registrare il maggior numero di denunce totali di infortunio (21.911), seguita da: Brescia (9.463), Bergamo (7.487), Varese (5.810), Monza Brianza (4.541), Como (3.231), Mantova (2.853), Pavia (2.750), Cremona (2.613), Lecco (2.060), Lodi (1.416) e Sondrio (1.292).
DENUNCE DI INFORTUNIO TOTALI IN CALO ANCHE A FINE LUGLIO 2025
Anche alla fine di luglio 2025 le denunce di infortunio totali diminuiscono lievemente rispetto al 2024, passando da 66.445 alle attuali 65.427.
INFORTUNI PER GENERE E NAZIONALITÀ
Da gennaio a luglio 2025, sono 23.652 le denunce di infortunio delle donne lavoratrici (18.357 in occasione di lavoro) e 41.775 quelle degli uomini (35.794 in occasione di lavoro). Mentre sono 10 le donne che hanno perso la vita, 5 in occasione di lavoro e 5 in itinere.
Le denunce dei lavoratori stranieri sono 16.942 su 65.427 (circa 1 su 4), di queste 14.028 sono quelle registrate in occasione di lavoro. Infine, sono 18 i lavoratori stranieri deceduti su un totale di 89. Di questi, 11 hanno perso la vita in occasione di lavoro e 7 in itinere.
SETTORE PIÙ COLPITO: L’ATTIVITÀ MANIFATTURIERA SEGUITA DAI TRASPORTI
Le Attività Manifatturiere, alla fine dei primi sette mesi del 2025, sono in cima alla graduatoria delle denunce di infortunio in occasione di lavoro (9.015). Seguono: Trasporto e Magazzinaggio (3.722), Commercio (3.447), Costruzioni (3.372) e Sanità (3.312).
COS’È L’INCIDENZA DEGLI INFORTUNI
L’incidenza degli infortuni mortali indica il numero di lavoratori deceduti durante l’attività lavorativa in una data area (regione o provincia) ogni milione di occupati presenti nella stessa. Questo indice consente di confrontare il fenomeno infortunistico tra le diverse regioni, pur caratterizzate da una popolazione lavorativa differente.
LA ZONIZZAZIONE DELL’OSSERVATORIO SICUREZZA E AMBIENTE VEGA
La zonizzazione utilizzata dall’Osservatorio Sicurezza e Ambiente Vega Engineering dipinge il rischio infortunistico nelle regioni italiane secondo la seguente scala di colori:
Bianco: regioni con un’incidenza infortunistica inferiore al 75% dell’incidenza media nazionale.
Giallo: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il 75% dell’incidenza media nazionale e il valore medio nazionale.
Arancione: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il valore medio nazionale e il 125% dell’incidenza media nazionale.
Rosso: regioni con un’incidenza infortunistica superiore al 125% dell’incidenza media nazionale.