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Incredibile Svizzera: i figli mangiano due brioches in dogana ma non erano dichiarate, multato il papà

Quella che doveva essere una tranquilla giornata di shopping oltreconfine si è trasformata in una disavventura legale per Mehmet K., padre di famiglia residente a Friburgo. L’uomo si era recato in Germania con i suoi due figli per fare acquisti, per un importo complessivo di circa 280 franchi svizzeri.

Il problema è sorto al momento del rientro in Svizzera, presso il valico di frontiera di Rheinfelden-Autostrada. Mehmet K. intendeva presentare la ricevuta per l’esportazione, necessaria per ottenere il rimborso dell’IVA tedesca sugli acquisti effettuati.

L’errore che è costato la multa

La merenda dei bambini è stata la scintilla che ha innescato il controllo. Poco prima di raggiungere la dogana, il padre ha dato ai suoi due figli un gipfel (brioche a cornetto) ciascuno.

Il funzionario doganale, esaminando la merce in auto e confrontandola con lo scontrino di spesa, ha riscontrato una mancanza di corrispondenza. La legge doganale è chiara e inflessibile: tutta la merce acquistata in Germania deve essere presentata integra alla dogana per il rilascio del documento di esportazione. Consumarla o disporne prima del controllo è severamente vietato.

Per questa infrazione – come riporta Tio.ch – a Mehmet K. è stata comminata una multa di 18 franchi.

Il ricorso e la posizione delle autorità

Mehmet K. non ha accettato il verbale, presentando immediatamente ricorso. La sua difesa si basa sull’innocuità del consumo dei due piccoli prodotti da forno.

Tuttavia, l’Ufficio centrale delle dogane di Lörrach ha mantenuto una linea dura. Secondo le autorità tedesche, la discrepanza tra lo scontrino e la merce presente in auto andrebbe oltre i soli due cornetti. Inoltre, l’Ufficio ha sollevato un’ulteriore accusa: l’uomo avrebbe negato ripetutamente di aver consumato o lasciato merce in territorio tedesco.

“La legge non ammette eccezioni: per il rimborso IVA e l’esportazione corretta, tutto ciò che è sullo scontrino deve essere fisicamente presente e non alterato.”

Mehmet K. ha ribadito la sua intenzione di non arrendersi e di proseguire con l’azione legale per contestare la sanzione. Il suo caso solleva ancora una volta il dibattito sulla rigidità delle normative doganali al confine tra Svizzera e Germania, specialmente per i frontalieri e gli acquirenti abituali.

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