Dopo mesi di attesa, il Grand Hotel Cadenabbia e il Grand Hotel Menaggio hanno riaperto le porte a fine luglio.
Nonostante la crisi del settore, il general manager delle due strutture Flavio Tagliasacchi si mostra positivo e pronto a puntare su nuove strategie per rilanciare il turismo locale.
“Abbiamo riaperto entrambi gli hotel, il 29 luglio a Cadenabbia e il 31 luglio a Menaggio – spiega – la partenza è stata un po’ a rilento ma abbiamo visto una seppur timida risposta. Ci aspettiamo che arrivi gente a Ferragosto, anche se non esistono paragoni con l’anno scorso. Tuttavia, visti i presupposti, lo considero favorevolmente. Nei giorni di Ferragosto prevediamo di avere circa 200 ospiti a Cadenabbia e 100 a Menaggio. Purtroppo non possiamo fare previsioni sul lungo periodo perché le prenotazioni sono all’ultimo minuto. Però siamo speranzosi, c’è stata una minima ripresa”.
Proprio i clienti più “vicini” hanno risposto positivamente alle iniziative alternative proposte dai due hotel del Centro Lago.
“Sono state pensate iniziative rivolte appositamente ai residenti o a chi possiede seconde case sul territorio – continua – A Cadenabbia, ad esempio, abbiamo creato aperitivi in terrazza con dj set che sono risultati un successone. Si tratta di iniziative nuove che attirano la clientela locale in modo maggiore rispetto agli altri anni, in cui avevamo difficoltà ad accogliere la gente del posto perché eravamo sempre pieni. Quest’anno, invece, sperimentiamo e cerchiamo di trovare nuove vie per lavorare. Vista la mancanza di turisti dall’estero, ci siamo rivolti al mercato locale”.
Mancano ancora, però, i grandi clienti americani e australiani: una grande risorsa che ha sempre frequentato le strutture di Cadenabbia e Menaggio.
“Il turismo era inesistente fino a inizio luglio, poi si è visto qualcosa in modo molto timido che si è andato consolidando in questi giorni – conclude – Si tratta soprattutto di stranieri, anche se mancano totalmente gli americani e gli australiani. La maggior parte sono europei. Abbiamo deciso a metà luglio di riaprire gli hotel, fino all’ultimo non sapevamo cosa fare. Si è trattato di aperture frettolose, ma era giusto ripartire anche per dare un segnale sul territorio”.