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William Cavadini: “Lago di Como malato e spremuto, sì al numero chiuso per i turisti. Troppi alcolici sulle barche”

“Stiamo spremendo un lago già malato”. Così, pochi giorni fa su ComoZero.it, aveva detto William Cavadini fondatore e presidente ad honorem dell’associazione comasca “Pescatori Alpha” nonché consigliere Aps Como Fipsas. Ma soprattutto voce del lago, non parliamo di vedute e scorci, parliamo del lago sopra e sotto, del lago dentro, del lago tutto. L’articolo ha aperto un grande dibattito ed è stato letto ampiamente oltre i confini della Lombardia. Così abbiamo chiesto a William di allargare la riflessione.

“Frequento il lago da quando ero bambino e oggi ho 55 anni, la trasformazione è totale – racconta – prima era quasi come una valle sperduta e irraggiungibile, nota solo a pescatori, traghettatori e pochi eletti che avevano villa e motoscafo. Ora il lago è un business accessibile a tutti; rent-a-boat, taxi boat, Ncc e tutto sommato acquistare una barca non è più oneroso come un tempo. Poi certo gli ormeggi sono pochi e i distributori di carburante pochissimi”. Il punto però è che “il nostro lago è come un fiordo, è stretto e lungo, bellissimo ma ha dei limiti, certi passaggi sono stretti come la punta di Torno e la punta di Torriggia e ci sono criticità a navigare”. Sul fronte ecologico poi, spiega William: “Il cambiamento climatico è evidente, se crea problemi ai mari, figuriamoci ai laghi. E’ vero che il nostro lago è estremamente profondo (425 metri, Ndr) e contiene milioni di litri d’acqua ma è comunque soggetto al surriscaldamento. D’inverno le acque faticano a ossigenare, normalmente lo scambio tra acqua di superficie e quella profonda avviene nella stagione fredda quando la temperatura di entrambe si allinea a 8 gradi circa, così arriva il vento e rimescola, l’ossigeno scende e plancton e fitoplancton salgono, senza ossigeno sul fondo i fanghi vanno in putrefazione e producono azoto ammoniacale così il plancton non si forma e le uova dei pesci non si schiudono”.

Non solo: “Le plastiche, che diventano microplastiche, sono un problema enorme, ci sono rifiuti galleggianti ovunque, un tempo raccoglievo tutto e poi a terra buttavo. Se lo facessi oggi passerei il tempo a recuperare spazzatura”. William segnala poi le questioni strettamente connesse al turismo: “Come sapete per guidare una barca fino a 40 cavalli non serve la patente nautica così chiunque senza esperienza può noleggiare motoscafi che arrivano tranquillamente a 50/60 km orari (27/32 nodi circa), è un problema serio e i rischi sono alti. In Svizzera la guida senza patente è concessa solo fino a 10 cavalli ma qui siamo in Italia. In Messico le moto d’acqua hanno un limitatore Gps, appena il mezzo si avvicina alla riva i giri vengono ridotti a velocità bassissime, potrebbe essere una soluzione perché sul lago la guida sotto costa è un fenomeno costante e pericolosissimo d’estate in particolare. Senza dimenticare che per portare una barca il tasso alcolemico deve essere pari a zero, andate a vedere le barche d’estate cariche di bottiglie…”. C’è poi la questione del primo bacino: “Abbiamo la Navigazione, l’Aeroclub, le barche con le gite organizzate, i taxi, i rent, i proprietari privati, la Canottieri, la Motonautica, la Vela, noi pescatori. La concentrazione è altissima, un tempo era sostenibile, oggi no. Bisogna limitare almeno la velocità dei mezzi da villa Geno”.

Mancano poi gli scali pubblici: “C’è quello di Sant’Agostino per il carico e lo scarico e quello in Marina 2 col parchimetro. Ne serve almeno un altro a Villa Olmo, siamo completamente intasati”. Si parla in questi giorni, con un’Italia già sotto la pressione turistica, di numero chiuso, la Provincia di Bolzano lo ha fatto: “Siamo 80mila residenti, ospitiamo milioni di turisti. Il numero chiuso per i turisti non combacia con la mia idea di libertà ma se va avanti così ci si dovrà arrivare per forza. E’ inevitabile, dobbiamo tutelare un patrimonio che rischia di distruggersi”.

Nido altrove e tradizione del Lago di Como con lieto fine: nati i piccoli cigni davanti all’Aero Club

L’ARTICOLO CHE HAI APPENA LETTO E’ USCITO SU COMOZERO SETTIMANALE: ECCO DOVE PUOI TROVARLO

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Un commento

  1. Mi trovo perfettamente d’accordo Noi abitiamo a Milano città’ supercaotica è appunto per questo anni fa abbiamo acquistato una villetta sul lago di Como ramo di Lecco alcuni tornanti a salire da Varenna per poter godere di un po’ di tranquillità’
    Dopo la chiusura causa covid l’anno scorso c’. e’ stato un delirio di turisti che il paese non è’ preparato a fronteggiare ne’ x strutture ne’ x posteggi
    Quest’anno abbiamo già’ visto x il ponte di Pasqua e di Aprile che la situazione è’ già’ drammatica! Non parliamo poi del traffico sul lago che è’ assurdo. Migliaia di incoscienti che si improvvisano marinai e lo possiamo ben dire avendo regolare patente nautica da molti anni. Ad una limitazione in qualche senso si dovrà’ arrivare

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