RADIO COMOZERO

Ascolta la radio
con un click!

Attualità

Frontiere, la Svizzera non apre agli italiani: “Con più movimenti ancora troppi rischi di contagio”

Conferenza stampa, oggi, dello Stato Maggiore cantonale di condotta per fare il punto sull’evoluzione dell’emergenza Covid 19. A illustrare la situazione e a rispondere ai giornalisti, il presidente del Consiglio di Stato Norman Gobbi, il medico cantonale Giorgio Merlani, la psicologa della polizia cantonale Marina Lang (responsabile Contact Tracing) ed Elia Arrigoni, responsabile dei Servizi generali della Polizia cantonale.

Inevitabile affrontare anche la questione della riapertura delle frontiere tra Confederazione e Italia, soprattutto dopo la decisione del Governo Conte di aprire i valichi dal 3 giugno prossimo. Una scelta, quella italiano, che non pare destinata a essere contraccambiata dalla Confederazione. Non a “cuor leggero”, almeno. E infatti, una data ancora non c’è per potersi recare oltreconfine senza restrizioni.

Sono stati in particolare Merlani e Gobbi a parlare del tema caldissimo e nessuno ha lasciato grande spazio a novità nel breve-brevissimo termine.

“La situazione epidemiologica è l’aspetto importante – ha detto Merlani – Nelle zone di confine c’è una situazione come quella che si aveva in Canton Ticino nella prima metà di aprile”. Una premessa già chiara a cui ha fatto seguito un ulteriore ammonimento: “Aprire il confine comporterebbe rischi maggiori perché il movimento delle persone favorisce i contagi”.

Ancora Gobbi ha poi ribadito come la scelta del governo italiano di aprire le frontiere a partire dal 3 aprile sia stata “unilaterale e non concordata con la Svizzera, per cui abbiamo espresso le nostre preoccupazioni”.

In sostanza, per ora, la Svizzera non pare affatto intenzionata a riaprire a breve le frontiere con l’Italia e agli italiani (fatta sempre eccezione per i frontalieri che possono naturalmente recarsi oltreconfine a lavorare).

CORONAVIRUS: TUTTI GLI AGGIORNAMENTI DA COMO, LOMBARDIA E TICINO

© RIPRODUZIONE RISERVATA

7 Commenti

  1. Vorrei evidenziare che in molte famiglie ci sarebbe la necessità di rivedere i propri congiunti residenti ad esempio in Svizzera.
    E’ il mio caso, infatti mia figlia e mio nipote vivono a Lugano e non ci incontriamo dal 24 Febbraio.
    Mi sembra legittimo desiderare di poter passare la dogana per raggiungerli almeno per una giornata e vorrei di cuore che questa data non venisse regolarmente rinviata di settimana in settimana.
    Sono un papà e un nonno affettuoso.

  2. chi ha in affitto una casa in Svizzera allora deve per forza stare in Italia ? paghi il canone d’affitto e in Italia nn hai piu’ i soldi per fare la vacanza ?

  3. Ci sono famiglie (compresa la mia) divise da mesi per il blocco alle frontiere. Ma questo a Gobbi e al Consiglio di Stato Svizzero non interessa. Per loro l’importante è che continuino ad entrare solo i frontalieri italiani perché servono! Questo si chiama opportunismo Elvetico!

    1. Questo succede quanto uno Stato pensa di comandare in un altro !
      Se avessero cercato il dialogo prima ora ci sarebbe un accordo.

      1. Sicuramente l’Italia ha sbagliato a non consultarsi con gli stati confinanti per la decisione unilaterale di riaprire le sue frontiere il 3 giugno. Ma comunque lei farà entrare tutti i cittadini provenienti dai paesi dell’area Schengen, senza fare discriminazioni! Cosa che invece stanno già facendo Austria e Svizzera! Che la smettessero di farsi le ripicche e fare il pugno di ferro! Ci sono i paesi di confine che sono in profonda crisi economico/turistica per le frontiere chiuse. E poi, tante famiglie che non si vedono dai primi di marzo, sono tutt’ora separate e non si possono ancora riabbracciare e questo mi riguarda personalmente!

  4. ma scusate, dov’è il problema? tolti i lavoratori frontalieri, che cosa vanno a fare gli italiani in Svizzera? a fare benzina e qualche giro turistico? o per andare a bische e prostitute? ora è meglio che spendino i loro soldi in Italia, com’è giusto lasciare venire gli svizzeri da noi a spendere i loro.

    1. Il problema sta nel fatto che per esempio a Lugano c’è una clinica per la fertilità e visto che io piemontese devo recarmi lì per la fecondazione assistita, vorrei poterci andare!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Potrebbe interessarti:

Videolab
Turismo