Un’onda di incertezza continua a investire Carrefour Italia. Dopo le insistenti voci su un possibile ritiro totale dal mercato italiano, la catena di supermercati – che in provincia di Como conta 11 store di vari formati -annuncia una drastica riorganizzazione della sua sede centrale a Milano, con ben 175 esuberi. Questa mossa solleva nuove preoccupazioni sul futuro di Carrefour nel nostro paese.
La decisione di Carrefour: focus sul franchising e sostenibilità
Attraverso un comunicato ufficiale, Carrefour ha spiegato che l’obiettivo di questa riorganizzazione è “accelerare ulteriormente il percorso di trasformazione del business, incentrato sul modello del franchising, e rilanciare la sostenibilità finanziaria e commerciale dell’azienda”.
L’azienda giustifica questa scelta con le “complessità del mercato italiano”, caratterizzato da una “competizione intensa e frammentata” nel settore della Grande Distribuzione Organizzata (GDO). A ciò si aggiungono la diminuzione del potere d’acquisto, la pressione sui margini dovuta ai costi energetici, logistici e l’aumento dei tassi di interesse.
Carrefour assicura che i 175 esuberi saranno gestiti “nel pieno rispetto delle normative vigenti” e con un “approccio improntato al dialogo costruttivo e responsabile” con le parti sociali.
Le voci di disimpegno totale: Carrefour lascia l’Italia?
Questi nuovi sviluppi riaccendono le speculazioni su un possibile disimpegno totale di Carrefour dall’Italia. Già in passato, il settimanale tedesco Lebensmittel Zeitung aveva riportato che la multinazionale francese stesse negoziando la cessione dei suoi supermercati italiani, ritenendo il mercato non più strategico. Tra i potenziali acquirenti erano stati menzionati colossi della GDO come Lidl, Esselunga e Conad.
La reazione dei sindacati: “Licenziamenti inaccettabili”
La notizia degli esuberi a Milano, intato, ha scatenato la dura reazione dei sindacati. Filcams Cgil, Fisascat e Uiltucs denunciano l’annuncio come “inaspettato” e accusano Carrefour di “scelte aziendali sbagliate” che hanno compromesso la presenza dell’azienda in Italia negli ultimi anni.
I rappresentanti dei lavoratori definiscono i licenziamenti “inaccettabili” e promettono battaglia per tutelare i dipendenti. La loro richiesta è chiara: “garantire l’occupazione senza scaricare sui dipendenti le responsabilità di una gestione aziendale che ha portato a uno stato di sofferenza economica che perdura ormai da anni”.