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La funivia più amata del Lago di Como è attiva solo pochissimi giorni: ecco perché

Pigra continua a fare i conti con la sua funivia, indispensabile collegamento con Argegno ma ancora lontana dal funzionare a pieno regime. Nonostante l’impegno a garantire il servizio quotidiano, l’impianto resta operativo solo in parte, costringendo residenti e visitatori ad adattarsi a orari ridotti e incertezze sul futuro.

“Senza capiservizio non si può aprire tutti i giorni”

A spiegare i motivi del ritardo è l’architetto Massimo Figlioli, del Servizio Funi e Acquisti Tecnici (Sfat) dell’Agenzia del Trasporto Pubblico Locale del Bacino di Como, Lecco e Varese (Tpl). La funivia è di proprietà del Comune di Pigra, ma la gestione è affidata alla Tpl che a sua volta ha assegnato l’impianto all’Azienda Trasporti Milanesi (Atm) lo scorso 13 marzo. Figlioli sottolinea come il problema principale sia la carenza di personale qualificato: “Il servizio quotidiano non è possibile perché manca la figura del caposervizio, indispensabile per garantire la sicurezza dell’impianto. Dopo la tragedia del Mottarone, gli esami per ottenere l’abilitazione sono diventati molto più severi: nessuno degli ultimi candidati è riuscito a superarli. Il caposervizio è sempre presente durante l’apertura, ha la responsabilità di decidere in qualunque momento se chiudere, aprire o intervenire in caso di emergenza. Non si tratta di un semplice macchinista, ma di un ruolo tecnico e di grande responsabilità”. Gli esami per i nuovi capiservizio, fa sapere Figlioli, sono previsti in questo periodo: “Se tutto andrà bene, potremo pensare a una riattivazione a pieno regime per la stagione invernale. Intanto la priorità resta la sicurezza: non possiamo rischiare”.

“L’estate è andata persa”

Una posizione che trova comprensione ma anche amarezza da parte del sindaco di Pigra, Giovanni Balabio: “Sono assolutamente d’accordo: la sicurezza viene prima di tutto. Non possiamo permetterci scorciatoie o allentamenti delle regole. I test per i capiservizio devono restare severi, perché parliamo della vita dei passeggeri e della fiducia di chi prende la funivia ogni giorno. Piuttosto, servirebbe un sistema di comunicazione migliore, ad oggi l’unico annuncio che ho ricevuto è stata quella relativa all’estensione degli orari, dalle 9 alle 19, nei giorni di apertura. Ma sul funzionamento a pieno regime, sette giorni su sette, non ho alcuna notizia ufficiale da Tpl o da Atm. Sono ancora in attesa di risposte”.Il primo cittadino sottolinea il peso del ritardo: “Ormai la stagione estiva è andata. Per un piccolo paese come il nostro è una perdita pesante: la funivia non è solo turismo, ma un servizio quotidiano per chi deve andare al lavoro, al mercato o a scuola. Avere un impianto funzionante significa rendere più facile la vita dei cittadini”.E ancora: “Non posso che riconoscere anche l’impegno della Regione, che si è sempre dimostrata molto disponibile e ha stanziato fondi consistenti per la manutenzione. Ma senza comunicazione tra Comune, Tpl e Atm non si può programmare nulla. Io ho bisogno di poter dare risposte ai cittadini e alle attività economiche, non posso restare nel vuoto”.

“Nessuna comunicazione”

Questa mancanza di comunicazione ha raggiunto un livello emblematico la scorsa settimana: “Domenica la funivia era gratuita, nell’ambito di un’iniziativa sulla mobilità sostenibile. Un’ottima idea, certo, ma io stesso l’ho scoperto solo grazie ad un amico che, andando alla stazione, ha visto il cartello. Nessuna comunicazione ufficiale, nessuna pubblicità. Così, anche le buone iniziative rischiano di non avere l’effetto sperato”. Balabio insiste sull’importanza della funivia in ottica di mobilità sostenibile: “Noi abbiamo sempre detto che lasciare le auto a valle e salire in funivia è la scelta ideale, sia per l’ambiente che per la vivibilità. Collegare il lago con la Valle Intelvi attraverso un impianto veloce e sicuro significa offrire un’alternativa concreta al traffico e ridare centralità a un territorio che rischia l’isolamento”.

Sguardo al futuro

Sul futuro dell’impianto, Balabio resta cauto: “”davvero gli esami per i capiservizio si svolgeranno in autunno, l’obiettivo realistico sarà ripartire a pieno regime in inverno, ma serve chiarezza. Il Comune ha fatto la sua parte, la Regione ha investito, i cittadini hanno aspettato. Ora chiedo solo una cosa: un tavolo di confronto. Non possiamo andare avanti con promesse non mantenute e informazioni frammentarie”.E conclude con un appello diretto: “Alla Tpl chiedo una cosa semplice: comunicazione. Non dico che tutti i problemi si risolvano in pochi mesi, ma almeno servono risposte chiare e tempi certi. Senza, a rimetterci è l’intero paese”.

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