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La lettera: “La scuola a Como, i bus che non si fermano, ore di lavoro perse. Per cosa pago l’abbonamento?”

Il tema dei trasporti pubblici (quasi) impossibili sta tenendo banco a Como e provincia da tempo. E con l’avvio delle scuole, la questione si è ulteriormente aggravata. Oggi ospitiamo la segnalazione di una mamma, Tiziana Bosio, che racconta la disavventura capitata a suo figlio, ai suoi amici e – inevitabilmente – alla fine anche a lei stessa. Di seguito, la lettera (per segnalazioni, lettere, foto e video: redazionecomozero@gmail.com o whatsapp 335.8366795).

Buonasera
Mio figlio oggi, 19 settembre, ha visto passare alla fermata del C62 a Cassina Rizzardi 3 bus fra le 7:00 e le 7:29 e nessuno si è fermato…il secondo era decisamente vuoto.

Per non fare ritardo a scuola (Liceo Giovio) ho dovuto accompagnarlo insieme ad altri amici.

Al termine delle lezioni alle 13:50 ad attendere il bus erano ancora presenti tutti gli studenti usciti alle 12:50. I bus passavano senza fermarsi nonostante le rimostranze dei ragazzi.

Nuovamente ho dovuto andare personalmente a prenderlo e accompagnarlo a casa.

Mi chiedo: per cosa pago una abbonamento? Chi mi rimborserà le ore di lavoro perse? È secondo voi corretto che un ragazzino di 14 anni si debba alzare alle 6 perché non sa se, quando il bus passerà? Non credo che un servizio, se così si può definire, con queste modalità sia degno di una società civile.

Mi aspetto di ricevere una risposta e delle precise azioni che verranno intraprese per risolvere la situazione.

Saluti

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