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La morte della piccola Sharon, finalmente i funerali: l’11 maggio a Cabiate. Le legali della mamma: “Stringetevi intorno a lei”

A quattro mesi dalla morte della piccola Sharon, la magistratura che indaga sulle cause del suo decesso, ha deciso di dare il nulla osta per la sepoltura. Svolti tutti gli adempimenti irripetibili, il corpicino della bambina sarà consegnato alla famiglia per la celebrazione dei funerali fissati per le ore 10.30 di martedì 11 maggio nella parrocchiale di Cabiate e il rito sarà preceduto alle 10 dalla recita del santo Rosario.

Il caso di Sharon ha scosso l’opinione pubblica italiana per le modalità della sua morte avvenuta l’11 gennaio. La bambina era stata affidata quel giorno – ed era la prima volta che accadeva per tutto il pomeriggio – dalla giovane mamma, Silvia Barni, 24 anni, al convivente Gabriel Robert Marincat, 25 anni, per recarsi al lavoro al bar dell’oratorio di Cesano Maderno.

Silvia si fidava del giovane tanto che da tre mesi vivevano insieme in un appartamento a pochi metri dalla casa dei genitori di lei.

Quel pomeriggio la piccola doveva essere accudita da lui e sembravano non esserci problemi dato l’affiatamento tra i due. La giovane mamma, ha poi raccontato, ha continuamente chiesto notizie della figlioletta e, nonostante le rassicurazioni dell’ormai ex convivente, dopo aver visto sul cellulare alcune foto che l’avevano allarmata, ha fatto intervenire sua madre, la nonna di Sharon.

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La donna si è subito resa conto delle gravissime condizioni della bambina e ha chiamato i soccorsi. Sharon è stata portata in eliambulanza all’ospedale di Bergamo dove purtroppo poche ore dopo è spirata. Incredibile la versione fornita dall’ex convivente e cioè che Sharon si sarebbe procurata da sole le ferite tirandosi addosso una piccola stufetta. Le ispezioni mediche sul suo corpicino hanno invece rivelato segno di maltrattamenti, di lesioni e di violenze sessuali. Per questo motivo pochi giorni fa il magistrato che conduce l’inchiesta, la pm Antonia Pavan, ha tramutato le accuse a Marincat in omicidio volontario con l’aggravante della violenza sessuale.

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Si riapre quindi la ferita per la famiglia di Sharon il cui nome fu il primo pronunciato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione dell’8 marzo per ricordare le donne vittime delle violenze di quegli uomini “che avrebbero dovuto proteggerle”.

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La giovane madre Silvia e la sua famiglia sono assistite dalle legali Lara Citterio di Cabiate ed Elisabetta Fontana di Erba. Entrambe richiamarono l’attenzione dell’opinione pubblica sulla terribile vicenda e sullo strazio della giovane mamma leggendo, il 15 febbraio davanti al Palazzo di Giustizia di Como, la toccante lettera scritta da Silvia alla sua bambina. “In vista del funerale – afferma l’avvocato Lara Citterio – chiediamo che la comunità locale si stringa attorno a Silvia facendole sentire i sentimenti di umana solidarietà”.

“Dal male può nascere il bene – dicono ancora Lara Citterio ed Elisabetta Fontana – e questa tragedia lo dimostra: per volontà della giovane mamma si chiede alle persone che desiderano testimoniare la loro vicinanza a lei e ricordare la piccola Sharon di farlo con i fiori o, meglio, con donazioni a un’associazione onlus del territorio che da dieci anni si occupa di aiutare i bambini delle pediatrie di Cantù e di Como. L’associazione si chiama “Silviaonlus” (sito www.silviaonlus.org) e ricorda una giovane Silvia che prematuramente ha lasciato la sua famiglia e i bambini che adorava. Per le donazioni l’Iban del conto presso la Cassa rurale di Cantù è IT80M0843051060000000960436”.

In attesa del funerale si è anche appresa la volontà della giovane mamma di Sharon di leggere nell’ultimo saluto alcuni pensieri per la figlioletta: “Il nostro non sarà mai un addio”.

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