In realtà nelle righe seguenti non c’è notizia. D’altronde, che Ada Mantovani sia uno dei consiglieri comunali più seri e più lontani dal furore ideologico che talvolta caratterizza la sua lista è ormai inciso nella pietra. Così come l’elenco dei problemi che ha citato nell’ultima discussione in consiglio comunale per molti lettori sarà più noto dei nomi di molti cugini.
Eppure le sue parole hanno avuto un potere, a loro modo: riportare tutti, ancora una volta, ma forse in maniera più chirurgica che in passato, in quell’era preistorica che potremmo definire con un neologismo il “Comozoico”.
In aula si trattava del Documento di programmazione della giunta Landriscina. E Mantovani non è nemmeno stata impietosa contro l’esecutivo, segnalandone “l’affanno” e le lungaggini, oltre a qualche promessa rimasta lettera morta, ma ricorrendo anche a una certa comprensione.
Ma poi, con grande onestà, dopo aver rimarcato “il gran lavoro degli uffici, anche se spesso non si vede”, ha aggiunto di “non voler essere disfattista: so che questa amministrazione ha ereditato molti problemi, sta investendo molto, circa 20 milioni in 3 anni previsti, sugli asfalti qualcosa si inizia a vedere, così come sulle aree dismesse a partire dall’accordo con Multi per la Ticosa”.
Dunque, evidenziate le sincere premesse, a prendersi la scena è stato proprio l’elenco in sé delle opere – o meglio delle “non opere” – che la città attende ormai da una mitologica Età della Pietra Mai Posata o Dimenticata. Il Comozoico, appunto.
Mantovani – invitando il sindaco “ad aggredire i problemi” ed evidenziando come sia “desolante constatare i tempi così dilatati negli anni di alcuni interventi, tanto che lo scenario in cui furono ideati muta drasticamente, vedi barriere antiesondazione in tempi di siccità” – ha dunque snocciolato i titoli e qualche anno:
– la bonifica della Ticosa, iniziata nel gennaio 2012 e ancora lontana da conclusione
– i 3 anni di chiusura del forno crematorio (per cui però c’è speranza)
– l’inagibilità del primo piano del Tempio Voltiano chiuso dal luglio 2014
– le paratie, il cui primo colpo di piccone data 8 gennaio 2008
– il piano del traffico, avviato dalla giunta Lucini, stroncato dalla giunta Landriscina e da questa riavviato ma ancora ben lungi dal vedere la luce
– il recupero di Villa Olmo (fondi ottenuti da Fondazione Cariplo nell’aprile 2014, non ancora completato e in attesa di altri fondi da Milano per poter essere chiuso del tutto)
– il palazzetto dello sport di Muggiò, crollato nel dicembre 2012 e ancora alle battute largamente tecniche prima di rivedere la luce su progetto avanzato dalla giunta Lucini
– lo scandalo assoluto del Mercato Coperto, padiglione ex grossisti, lavori (da 2 milioni) datati 2009 e da allora rimasto vuoto, incompleto e inutilizzato
– l’annunciato completamento/ribaltamento della triste piazza Roma, rimasta in realtà immutata e popolata di incognite dal 2013
– il capitoletto del Documento di programmazione che “da 5 anni riporta il recupero di 17 appartamenti Erp” e per cui i lavori sono forse giusto a metà strada
– Torre Pantera, scoperchiata da una raffica di vento il 25 ottobre 2010 e ancora in attesa di vedere concluso il restauro
– varie ed eventuali
“E’ onesto ammettere che molti interventi richiedessero più tempo rispetto al vostro insediamento – ha concluso con classe Mantovani – Ma è arrivato il momento che certi problemi trovino finalmente soluzione, altrimenti ingolferemo sempre più gli uffici senza aprire mai nuovi orizzonti. Spero venga garantita la fattibilità di quegli interventi che solo a nominarli fanno venire la nausea”.
Già.
Un commento
Manca qualcosa di molto importante, già approvato 12 mesi fà e mai avviato a realizzazione.
Possibile che la giunta comunale sia esentata dal premere che quanto approvato e finanziato venga anche realizzato?
Possibile che una serie di interventi urbanistici approvati nell’aprile 2018 non siano nemmeno avviati nell’aprile 2019 e che questo dipenda solo dagli uffici e non anche dalla giunta e dal consiglio?