Non finiscono mai le tensioni sull’asse Milano-Roma. L’ultima schermaglia è spuntata addirittura nel cuore della notte tra sabato e domenica 17 maggio.
Con qualche oggettiva ragione, è stato il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana a perdere la pazienza per le lungaggini romane sulla trasmissione dalla Capitale del decreto ufficiale sulla riaperture, testo peraltro ri-annunciato e ri-spiegato dal premier Giuseppe Conte con una lunga diretta tv.
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Pochi minuti prima delle 23 di sabato, a Palazzo Lombardia non era arrivata che una bozza del documento, peraltro persino mancate degli allegati essenziali. Tanto è bastato per far sbottare Fontana.
“Stiamo aspettando che arrivi il decreto del Presidente del Consiglio senza il quale non mi è consentito pubblicare l’ordinanza valida per la nostra regione – ha scritto Fontana sul profilo Facebook con tanto di foto al messaggio su pc diretto a Roma – Per ora è arrivata una bozza senza gli allegati, dove dovrebbero essere contenute le linee guida per la sicurezza, settore per settore, elaborate dalla Conferenza delle Regioni”.
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Chiusura con velenosi puntini di sospensione: “Proprio quelle (le linee guida, ndr) che tutti attendono per sapere come ripartire lunedì, tra poco più di un giorno…”.
Già, perché alle maxi aperture di lunedì ormai manca davvero poco.
Il clima surriscaldato si è poi stemperato intorno alle 3.30 quando alle Regioni sono finalmente arrivati decreto definitivo e linee guida che le stesse Regioni avevano contribuito a definire due giorni fa.
Il ministro Boccia ha poi dichiarato: “Lavoro intenso e molto utile per far ripartire l’Italia in sicurezza. Le richieste delle Regioni erano legittime, la soluzione è stata raggiunta nell’interesse del Paese”.