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La quarta vita del Mantovani: ecco il progetto per il magazzino dei sogni di via Plinio

I battenti si chiusero l’ultima volta nel 1993, non senza il magone di un’intera città. E’ stato molte cose ma più di tutto, per oltre un secolo, l’Eldorado, il tempio sacro del giocattolo per generazioni di bambini.

Alla fine, negli ultimi giorni, in vetrina campeggiava ancora “In utero” dei Nirvana in versione Lp e Cd. Già, perché, i bimbi, cresciuti, si spostavano all’ultimo piano: un trionfo di musica.

Fino a quattro anni prima della chiusura, nel 1989, il palazzone dei sogni era il simbolo per eccellenza del modellismo a Como (segmento di vendita che poi si trasferì in via Vittorio Emanuele 74 dove tutt’ora è).

L’orgoglio antico, dopo quasi 120 anni di storia soccombeva soffocato dalla grande distribuzione, appollaiata alle porte della città, in piena fase espansiva: prezzi bassi, 2×3, tutto-in-uno, venghinosiorivenghino.

Modello economico all’epoca ancora in parte sconosciuto ma a un passo dalla piena aggressività fagocitante sui piccoli indipendenti.
Quattro generazioni di Mantovani hanno gestito lo storico negozio dal 1875 fino a farne il simbolo assoluto del commercio in centro città.

Dal ‘93 serve un salto in lungo, dopo una la profumeria Garbo e Limoni, nel 2015 arriva “CVG Moda” dell’imprenditore cinese Wu Enjun, all’epoca in piena espansione nel Nord Italia con decine di punti vendita.

Quindi un nuovo addio e la struttura che resta ancora vuota.

Fino a qualche giorno fa quando, dietro alti separè di carta, si è potuto scorgere l’elmetto di un operaio in azione. C’è nuova vita fra i locali di via Plinio e progetti precisi, per quanto ancora in fase di sviluppo e trattativa.

“L’immobile è in mano a un gruppo che ritira vecchie società e le risana completamente da ogni punto di vista: urbanistico, amministrativo e finanziario”, spiega Francesco Moretti, architetto, progettista e direttore dei lavori in corso in via Plinio.

“C’erano anche cose da sistemare dal punto di vista strutturale, problemi che risalivano addirittura agli anni ‘70”, racconta.
Dunque oggi? “L’intenzione è chiara – sottolinea il professionista – al piano terra e al primo piano verrà realizzato un immobile commerciale per un negozio di primaria importanza”.

Secondo quanto abbiamo potuto apprendere (le trattative sono in corso e il tema è chiaramente delicato) la proprietà starebbe trattando con una notissima catena specializzata in abiti per l’uomo.

Per quanto riguarda il secondo e il terzo piano, spiega l’architetto: “Si sta ragionando intorno a appartamenti e a strutture turisitiche di altissimo livello”. Tempi dell’operazione? Difficile dirlo ma come sempre in questi casi la scadenza è fissata per ieri, bisogna fare in fretta.
Davide Cantoni

L’articolo che avete appena letto è stato pubblicato su ComoZero settimanale, in distribuzione ogni venerdì e sabato in tutta la città: qui la mappa dei totem.

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