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Valduce, salvano vite ma a medici e infermieri l’ordinanza regionale dubbia toglie pure il caffè

AGGIORNAMENTO (LUNEDI’ 6 APRILE ALLE 20.18):

Dietrofront della Regione: ok alle macchinette del caffè e ai distributori

Sono davvero infinite le pieghe delle ordinanze di Regione Lombardia che – pur con intenti certamente diversi – producono impasse o problemi pratici a persone, strutture, organizzazioni.

L’ultima che abbiamo scovato direttamente, riguarda un passaggio specifico dell’ordinanza del 4 aprile scorso. Documento (che trovate qui integrale) che contiene queste righe in relazione agli approvvigionamenti ai distributori automatici di bevande e altri alimenti:

È vietato il commercio effettuato per mezzo di distributori automatici, fatti salvi i distributori automatici di acqua potabile (c.d. Case dell’acqua) e quelli di latte sfuso, l’accesso ai quali deve avvenire nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di un metro

In realtà, le strutture sanitarie – per comprensibili motivi – dovrebbero essere esentate dal blocco delle forniture. Nella stessa delibera del 4 aprile, infatti, un via libera per gli ospedali ci sarebbe laddove si legge che la somministrazione di alimenti e bevande è concessa “nell’ambito di strutture della Pubblica amministrazione, istituti penitenziari, strutture sanitarie e sociosanitarie e di sostegno alle fasce fragili della popolazione”.

Eppure in alcuni ospedali questo non accade e da parte dei fornitori prevale l’interpretazione dà come preminente il blocco. Al Sant’Anna al momento non si sono registrate interruzioni di forniture ai distributori automatici, ma un clima di incertezza vige comunque proprio perché le interpretazioni sul “salvacondotto” per gli ospedali sono varie e a loro modo legittime.

A titolo riassuntivo dei casi più critici, abbiamo provato una verifica diretta con l’ospedale Valduce che si trova vittima della situazione. E il segretario generale Mauro Turconi, da noi interpellato, conferma il problema.

“Abbiamo parlato con i nostri fornitori – spiega Turconi – e in effetti ci è stato confermato che sospenderanno il servizio di fornitura dei nostri distributori automatici. Una misura cautelativa, secondo la loro interpretazione, almeno finché un’autorità non sia in grado di chiarire l’effetto reale dell’ordinanza su questo punto e, dunque, permetterà loro di poter riprendere il servizio senza il timore di incappare nelle multe e nelle conseguenze penali di eventuali infrazioni”.

Una comprensibile autotutela senza chiarezza, dunque, ma con effetti per nulla trascurabili.

“In queste ore – aggiunge il segretario generale del Valduce – abbiamo avuto qualche informale indicazione su un prossimo chiarimento in merito, tale da permettere la ripresa delle forniture. Sono fiducioso, ma per ora è una fase di stallo”.

Distributore automatico (foto di repertorio)

Problema secondario, potrà pensare qualcuno. Ma in un ospedale, dove il personale è costretto a turni massacranti anche per l’emergenza Covid-19, dove talvolta è necessario supplire alle carenze d’organico a causa di colleghi ammalati e in un clima teso per la difficoltà del superlavoro in sé, è chiaro che anche la privazione di un attimo di pausa, di un caffè o anche soltanto di uno spuntino nelle lunghissime ore di lavoro incessante rischia di minare ulteriormente gli equilibri già delicati del personale e della struttura tutta.

La speranza, dunque, è che da Regione Lombardia arrivi un’interpretazione autentica che garantisca almeno il minimo ristoro al personale dell’ospedale di Como e di tutti gli altri presidi toccati da situazioni simili.

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