(Fotoservizio Carlo Pozzoni)
Poi all’improvviso arriva Carlo Terragni (sì, proprio lui, l’ingegnere, profondo conoscitore delle trasformazioni urbanistiche di Como) che, con l’eleganza che lo contraddistingue e lo sguardo di chi conosce la città come pochi (e non ammette repliche), spariglia le carte: nessuno tocchi piazza Martinelli, è bella così.
Con una precisazione: “Non è una piazza. L’impianto urbano della città (la pianta) è fatta di piazze collegate tra loro da strade. Da questo punto di vista, piazza Martinelli è al massimo un largo, un’area di risulta (qui una volta c’era il ristorante Fulda). Però è un’area strategica per la città murata”.
Ma come? Non è la spina nel fianco del centro storico?
Ho sempre difeso quel progetto: è una zona separata dalla viabilità ordinaria della città, dal rumore e dall’inquinamento. Certo, il verde, e soprattutto il glicine, hanno bisogno di essere curati e i bagni riaperti, Però ha una pavimentazione lapidea senza inciampi che la rende molto fruibile, una recinzione che la definisce senza isolarla e un cancello che permette di chiuderla garantendone la sicurezza di notte.
Sulla carta sembra perfetta. Però non ha mai trovato una sua identità.
Non è così. È predisposta come area per gli incontri fra i bambini e fra gli adulti. Quelli tra i bambini li fai con i giochi anche mobili, quelli tra adulti con la conversazione e i ricordi.
Questo è l’obiettivo del progetto del nuovo parco giochi proposto dagli assessori Locatelli e Galli (qui i dettagli).
Sbagliato. Il parco giochi lo facciano da un’altra parte. Questo è uno spazio per andare in bicicletta o con i pattini. Se no dove vanno i bambini? In strada? Per non parlare poi del cinema all’aperto, che utilizza per una buona acustica le quinte murarie dei fabbricati, o di altre possibili iniziative nel periodo estivo.
Se venisse realizzato il parco giochi, occorrerebbe trovare una nuova sede.
Sarebbe un errore. Isolata com’è, è l’unica area che si presta a questo genere di iniziative.
Però in questo momento i comaschi non la frequentano. Quale la soluzione?
Intanto andrebbe aperto come si deve quel cancello: chiuso così a metà sembra a lutto. E poi è inutile fare ordinanze, è la funzione che stabilisce il tipo di utilizzo di uno spazio.
E che utilizzo si potrebbe ipotizzare?
Il bar lì vicino mi sembra si presti benissimo a fare da sentinella e andrebbe favorito. Bisognerebbe prolungare l’orario di apertura del cancello almeno fino alle 22, quando anche gli adulti escono e si incontrano. Ma, soprattutto, è fondamentale organizzare altre iniziative nel periodo estivo, oltre al cinema all’aperto. Solo così questo spazio può davvero essere strategico per la vita della città murata.