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La surreale vicenda delle teche e delle urne del museo storico di Como in un magazzino dello stadio Sinigaglia

Una storia dai tratti vagamente surreali quella che si snoda tra il Comune di Como, il Museo Storico Giuseppe Garibaldi e i magazzini dello stadio Sinigaglia. Ma andiamo con ordine.

E partiamo dal Museo Garibaldi, dove è attualmente depositato “materiale antropologico” di proprietà del LABANOF – Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense dell’Università degli Studi di Milano. Poi ci spostiamo allo Stadio Sinigaglia, dove “presso uno dei magazzini siti a piano terra” sono depositati – tenetevi forte – “circa 50 reperti in marmo, prevalentemente urne e teche storiche dei Musei civici”. Se non un unicum assoluto, quest’ultimo, di certo una stranezza almeno a queste latitudini.

Ma qual è il punto di contatto tra questi luoghi e questi materiali?

La congiunzione sta nella necessità per il Comune di Como di “procedere alla restituzione del sopracitato materiale antropologico al LABANOF” e contestualmente “di liberare il magazzino presso lo Stadio comunale per ragioni di sicurezza e collocare le urne e le teche presso Palazzo Natta e il magazzino comunale di via Italia Libera”. Cosa ci sia nelle urne e nelle teche, per ora, non è stato precisato. Ma, probabilmente, quando la società Liguigli Fine Arts Service di Lodi – incaricata da Palazzo Cernezzi dietro compenso di 14mila euro – trasporterà finsicamente il “materiale antropologico, le urne e le teche”, se ne saprà di più.

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