“Che cosa chiedono di vedere i turisti? I posti più instagrammabili”. Nemmeno 24 ore dopo il reportage – a dire il vero impietoso – del quotidiano La Stampa che parlava di “Lago di Como safari dei selfie” anche il Tg3 Lombardia ribadisce il filone. E cioè quanto pesino oggi, forse più di tesori culturali, missoltini o autentica conoscenza dei territori, le foto da pubblicare sui social per orientare il turismo di massa verso il Lario. Un effetto che (per quanto certamente non da solo), sembra funzionare: nell’introduzione alle interviste è stata infatti sottolineata la stagione d’oro del Lago di Como, con boom di presenze e arrivi, prenotazioni partite sin dallo scorso inverno e già proiettate persino sul 2024, per un tutto esaurito almeno fino a ottobre.
Temi confermati nel servizio dall’intervista a Cristina Zucchi, direttrice di Lario Hotels, che ha ribadito come – in questa estate da record – siano da registrare anche casi specifici come “il ritorno importante dei visitatori australiani e il ritorno, finalmente, dei cinesi”.
Il microfono è passato poi all’accompagnatrice turistica Alice Borla, che ha evidenziato al questione social: “I turisti chiedono di vedere le ville e gli hotel, i posti più instagrammabili. Perché sui social vengono postati alcuni luoghi e loro vogliono ricrearli e riprodurli nei loro social”.
13 Commenti
Che ricordi ❤️
Ricordo Como degli anni 80, dove i milanesi ci invidiavano e c’erano i Mercedes cabrio parcheggiati fuori dai migliori hotel del centro, le ville piene di turisti con le Polaroid e il rispetto per il nostro lago, a quel tempo ben curato da tutti, in primis i comaschi razza estinta
Sembra che un popolo di idioti sempre connesso abbia invaso ormai tutto, bei tempi quando il telefono costava 1.500 lire al minuto………………..anni 90, solo telefonate brevi !!!
Spero che questa orda di turisti social passi presto e l’impressione è che siamo sulla buona strada.
Verissimo purtroppo. Turismo di massa di bassa lega…
Ognuno ha il turismo che si merita. Diversamente forse sarebbe se Amministratori, Albergatori e Enti culturali sapessero meglio fare rete e promuovere un turismo maggiormente orientato alla qualità storica e artistica del territorio. Se per l’offerta contano solo numeri e banconote, non stupiamoci che la domanda si orienti in base al messaggio superficiale dei social.
In ogni caso, una bella foto di Como su Instagram non ha mai fatto male a nessuno! Meglio, forse, di un concerto con lo sfondo di una villa o di un edificio storico sul Lario che di una procace turista in posa da cartolina.
Una volta c’erano i torpedoni che portavano gli operai in ferie in Riviera,oggi che i numeri la’(purtroppo)sono in calo si vorrebbe convogliare un’utenza di élite verso tante Capalbio alla faccia di una democrazia di facciata palesemente sbandierata:chi ha cervello sceglie le proprie mete da solo,i pecoroni non li vuole nessuno,nemmeno chi accoglie (campandoci sopra) ben peggiore immondizia
Una volta c’era il Manzio, l’ Ettore e l’Aldo “pes”…tre meravigliosi uomini, fratelli, pescatori a Nesso…. addio a quel lago romantico che non tornerá piú.
E’ tempo dei cialtroni.
Ci può salvare solo il cambiamento climatico
Che disagio imbarazzante… non conta il viaggio in se, la scoperta di luoghi usi e costumi, o patrimonio artistico, non conta più nulla nemmeno essere stati in un posto, conta solo l’approvazione di estranei e follower col un “pollicino” all’insù. Se non hai i like, è come se non fossi stato in un posto o con qualcuno. Sempre più felice di non avere ne profilo Facebook ne Instagram ne altri social inutili
Abbiamo toccato il fondo… Del lago!
Certo che se poi vuoi vedere per esempio il Castel Baradello a pagamento e ti trovi una gradinata devastata(vergognoso),o la baita Baradello chiusa,ben venga il turismo di m…….
Pecoroni buoni solo per i baretti ed i ristoranti da 8€ per 33cl di acqua.