La battaglia di Ponte Chiasso per offrirsi in una veste sempre migliore ai residenti e a chi entra in Italia da questo spicchio di confine è praticamente eterna: non vi è amministrazione che non abbia dovuto fare i conti con questo tema spinoso.
Le strade dissestate si alternano alla liscia via Bellinzona recentemente asfaltata, gli edifici pubblici chiusi al pubblico (si pensi ai bagni di piazzale Anna Frank ma anche agli ex locali della dogana in piazza XXIV maggio) contrastano con le attività private che resistono e in taluni casi fioriscono, il parco giochi di via Bellinzona e l’area cani di via Brogeda senza manutenzione fanno parte dei problemi di sempre mentre la grande ferita dell’area ex Lechler/Albarelli è ancora aperta.
E’ sconsolato Eddie Marconi, referente di quel che resta dell’assemblea di zona di Como Nord, che comprende oltre a Ponte Chiasso, anche Monte Olimpino e Sagnino.
“Le assemblee di zona di fatto non esistono più e non per colpa dell’attuale assessore alla Partecipazione Alessandra Bonduri che è l’unica che ci aiuta – racconta Eddie – credo che in generale la politica non voglia la partecipazione popolare. Eppure ritengo che questi strumenti siano cruciali per una democrazia. Un sindaco non può conoscere le esigenze di tutti i quartieri. Rendere nuovamente operative le assemblee di zona significherebbe coinvolgere i residenti nella vita pubblica, avvicinare le associazioni e i volontari. Poi c’è da dire un’altra cosa: anche la gente non si mette in gioco e spesso è indifferente. Tanti si lamentano ma quando c’è da fare attivamente in pochi partecipano”.
Quindi Marconi entra nel merito delle mancanze del quartiere.
“Dopo l’ennesimo progetto presentato per l’area ex Lechler/Albarelli è di nuovo tutto fermo – spiega – di asfalti ne sono stati fatti pochi e i giardinetti sono un vero disastro. Inoltre penso agli anziani che si devono spostare in bus da un quartiere all’altro, è un’impresa con tutti i cambi di mezzi. Cosa ci sarebbe piaciuto avere? Cose semplici come un agente della Locale che, anche solo una volta a settimana, fosse presente nel quartiere e una piccola biblioteca comunale. La scuola si era anche resa disponibile a mettere a disposizione un’aula ma nulla si è concretizzato”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Daniele Podetti, residente attivo a Sagnino. “I quartieri sono lasciati un po’ a se stessi – commenta – purtroppo non ci sono rapporti tra le comunità e il Comune. Basterebbe poco per migliorare le cose: asfaltature, parchi gioco più curati, spazi di aggregazione”.
Meno critici i commercianti di via Bellinzona a Monte Olimpino che da qualche anno si sono uniti in una associazione per realizzare delle iniziative, ad esempio le luminarie nel periodo natalizio.
“L’arrivo di Iperal ha rivalutato il quartiere – spiega il referente dei commercianti Marco Raso del Bar Aprica – e il Comune ci ha messo del suo sistemando l’illuminazione di via Bellinzona che prima in molte zone era al buio. Non vedo particolare degrado, il quartiere è in movimento”.
Ci racconta però di una problematica burocratica che stanno cercando di risolvere.
“Come associazione abbiamo fatto realizzare dei totem in cui c’è la mappa di Monte Olimpino con tutti i riferimenti alle attività commerciali presenti, utile soprattutto per i turisti – spiega – ma non riusciamo ad avere il permesso dal Comune per posizionarli. A quanto pare ci chiedono di compilare una richiesta formale in cui la nostra associazione chiede di occupare il suolo pubblico per posizionarli sgravando il Comune da eventuali problemi ma è tutto fermo perché a quanto ci dicono non è una domanda così semplice da concludere”.