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Le pressioni del sindaco su Anzaldo. L’amarezza di Lissi: “Un modo che scredita aula, consiglieri e presidente”

Ha tenuto banco anche nel consiglio comunale di mercoledì sera il concitato finale della seduta precedente, con il voto sul nuovo regolamento dei nidi comunali. A scatenare polemiche era stato il mero errore tecnico della consigliera Pd Patrizia Lissi, che per sbaglio aveva schiacciato il tasto favorevole alla delibera. Nessuna volontà politica, ovviamente, ma ciò che aveva poi scaldato gli animi – al netto che a votazione conclusa effettivamente l’esito non si poteva modificare – l’insistenza fortissima del sindaco Alessandro Rapinese nei confronti del presidente del consiglio comunale, Fulvio Anzaldo, incalzato fuori microfono affinché non concedesse in alcun modo la possibilità di rettificare l’errore.

Ebbene, ieri sera Lissi – con grande amarezza – è tornata sull’episodio. “Intervengo in modo che ai verbali del consiglio resti chiaro che il voto finale che intendevo esprimere in merito al nuovo regolamento dei servizi alla prima infanzia era negativo – ha detto Lissi – Ho schiacciato il tasto ‘sì’ unicamente per errore, complice la pulsantiera del nuovo sistema elettronico di voto che, a differenza del precedente che dava un segnale luminoso molto evidente, non consente di verificare facilmente eventuali sbagli mentre la procedura è ancora aperta”. Dopo aver sottolineato che sempre mercoledì sera anche altri consiglieri hanno avuto difficoltà ad esprimere correttamente il voto con il nuovo sistema (che peraltro giovedì, in piena seduta, è dovuto anche essere riavviato per un malfunzionamento delle telecamere), Lissi ha espresso la propria amarezza per l’atteggiamento di Rapinese e Anzaldo.

“Spiace non essere riuscita a dichiarare il mio errore immediatamente per il fatto che la seduta era ormai al termine – ha affermato la consigliera Pd – Spiace anche che quanto accaduto abbia dato l’occasione al sindaco di dare indicazioni non richieste al presidente del consiglio comunale su come condurre i lavori e le procedure dell’assemblea: un modo di fare che non aiuta e finisce per screditare l’aula, i consiglieri e il presidente stesso”.

A Lissi ha poi replicato brevemente il sindaco: “Per quanto riguarda il fatto che parlassi con Anzaldo – ha detto Rapinese – E’ legittimo e normale. Lo facevamo all’opposizione e lo facciamo qui. Di fatto era esattamente quello che capita a noi consiglieri quando parliamo fuori microfono e magari alcuni urla. Consigliera Lissi, capita di sbagliare. Bastava schiacciare il tasto giusto”

VIDEO Nidi, Lissi sbaglia il voto finale. Audio fuorionda: il sindaco ‘ordina’ ad Anzaldo di non correggere

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6 Commenti

  1. Il voto di Patrizia Lissi non sarebbe stato determinante, quindi l’errore non è stato importante. La dichiarazione a Verbale è più che sufficiente per chiarire il fatto e chiarire soprattutto la posizione politica del Consigliere d’opposizione. Quello che invece è importante , è il siparietto tra il Sindaco e il Presidente del Consiglio Comunale. Si ha proprio l’impressione che Rapinese Sindaco non abbia ben chiaro quale sia il ruolo del Presidente del Consiglio e il Presidente del Consiglio non abbia ben chiaro quale sia il suo ruolo e quello di Rapinese Sindaco. Se il Presidente del Consiglio non ha ben chiaro il proprio ruolo e quello degli altri partecipanti al Consiglio, è meglio per tutti, Rapinese Sindaco compreso, che si faccia da parte e si dedichi ad altro.
    Ps. A Rapi la crestina di Kim Jong-un, sta ‘na favola! 😊

  2. Non si era mai visto prima un simile condizionamento da parte di un sindaco sul presidente del consiglio comunale. E’ avvilente, oltre che grave.

  3. Mabi, si ricordi che il non voto è un segnale che nel nostro paese ci accompagna ormai da diversi anni, ed è un sinonimo di malcontento. Forse chi non ha votato a Como è perché ne aveva piene le scatole di chi ha governato prima di Rapinese. Lui sarà stato votato anche da una minoranza come dice lei, ma quella minoranza la votato per fare quello che sta facendo. Piaccia o non piaccia governa lui con una maggioranza schiacciante e fa quello che vuole. Tra quattro anni si tirerà la riga e si vedrà se ha fatto bene o se va mandato a casa. Fatevene una ragione….

    1. Gent.le Mario, lei ha un senso della democrazia che mi lascia perplesso.
      Veramente pensa che chi vince le elezioni “fa quello che vuole” per la durata del suo mandato e poi si tira una riga? Mi sembra più una dittatura a tempo determinato, definizione che peraltro calza con lo stile di Rapinese 🙂
      Io ritengo che chi vince debba sempre e comunque ascoltare tutti per trovare una sintesi.
      A maggior ragione se la maggior parte dei cittadini non ti ha votato, e questo è un fatto che vale indipendentemente dalla ragioni; posso concordare con lei che chi non ha votato ne aveva piene le scatole di chi ha governato prima, ma mi sembra altrettanto vero che gli stessi non abbiano visto in Rapinese un possibile sindaco, altrimenti avrebbero votato.

  4. Rapinese il più bello del bigoncio,
    se non lo veneri fai un sconcio,
    se non ti atteggi a lui in modo acconcio (genuflesso)
    e lui mette il broncio.

  5. L’irriverenza è un atto proprio di chi sostiene una PARTE, altrimenti non manchi di rispetto per gli altri.
    Il sindaco dovrebbe avere a cuore TUTTI i cittadini.
    Il sindaco dovrebbe fare due conti, considerando l’assenteismo, è stato eletto da una minoranza di cittadini, ne prendesse coscienza e cominciasse ad essere più inclusivo.
    Lasciasse spazio alle opinioni altrui, a cominciare dagli yes-man che si è circondato, ne gioverebbe l’intera comunità: o veramente pensa di essere l’unico, il solo che conosce tutte le risposte ai problemi di Como?

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