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Leo Bernasconi da emozioni forti: “Alla Canottieri Lario ho vinto mondiali e tagliato siepi, lascio un gioiello”

A Como si dice che la Canottieri Lario, nella sua storia, non abbia mai sbagliato un presidente. Dal 1891 sono stati soltanto 15, nonostante il mandato abbia la durata di un quadriennio. Poi si va a nuove elezioni. Il primo fu il cavaliere Cesare Castagna, industriale tessile, l’attuale, ancora per poche settimane del 2024, è Leonardo Bernasconi. Ho conosciuto di persona cinque presidenti della Lario: Giampiero Majocchi, Carlo Noseda, Floriano Terraneo, Enzo Molteni e Leonardo Bernasconi. Posso così confermare in pieno quel detto iniziale. Con Enzo e Leo, poi, sono stato pure in consiglio e con entrambi ho sviluppato una sincera amicizia.

Certo, che pensare di entrare alla Lario per un evento o una manifestazione e non trovare più Leo ad accoglierti sembrerà davvero strano da inizio 2025. Il presidente ha però scelto di non candidarsi più. L’assemblea ha votato una nuova squadra di undici, il sedicesimo presidente della storia della Lario verrà deciso tra i consiglieri. Dovrebbe essere uno tra Gianni Tonghini e Claudio Salvagni, due figure che già hanno respirato tanti anni la Lario da atleti, soci e nel direttivo. La Canottieri non sbaglierà presidente neppure questa volta, insomma.

Però, senza il Leo… ma come mai?
Se vuoi una battuta, dopo quarant’anni di lavoro in banca e venti nel direttivo a gestire la Lario, ho pensato che fosse il momento di fare un po’ di vacanza” scherza Bernasconi, con quel suo inimitabile sorriso ammaliatore.

Sportivo da sempre, grande sciatore, appassionato di montagna, ma pure tifoso di calcio, sponda Como e Inter, socio e nel consiglio della Pro Loco della sua Moltrasio, poi nel Cai, Leo Bernasconi diventa socio della Lario spinto da un ex collega di banca e dal cognato, il compianto Luigi Camperi.
Sono diventato socio a metà del 2003, facevo ancora le gare di sci nei Master e nel 2004 ero già consigliere di questa prestigiosa società di canottaggio quindi sono vent’anni di consiglio, dal 2008 al 2016 come vicepresidente responsabile della sede e del personale, e dal gennaio 2017 come presidente. E’ stata una bellissima esperienza, ma la scorsa primavera ho deciso che sarebbe stata l’ultima. Anche perché Leonardo Bernasconi in questi vent’anni è sempre stato presente. Dal lunedì alla domenica. Mattina e pomeriggio. Ho fatto i conti, ho partecipato a circa 500 sedute solo del consiglio direttivo, non ne ho saltato uno.

Ti sei definito un presidente operaio.
Si, perché non ho mai avuto problemi a rimboccarmi le maniche, mettermi a tagliare le siepi, imbiancare… non da solo, ma sempre con a fianco il vicepresidente Maurizio Ballabio e altri soci volontari. Lascio la presidenza della Lario con una sede che è un gioiellino. Con il consiglio abbiamo investito su importanti opere di ristrutturazione, adeguato ogni impianto alle normative richieste da Comune, Ats e vigili del fuoco.

Leo è uno capace di fare squadra da sempre e ha la cultura dell’accogliere. Le porte della Lario, così come era avvenuto nel mandato Molteni, sono sempre state aperte davvero a tutti.
Solo nell’ultimo quadriennio abbiamo organizzato sessanta eventi extrasportivi, dalle mostre ai convegni, fino al burraco. Ospitare altre realtà è un modo per fare conoscere la società all’esterno. Poi ci sono le manifestazioni sportive, come il Trofeo Villa D’Este e quelle dedicate alla nostra sezione pararowing, 25 ragazzi che sono stati come figli per me. Faremo ancora la Remonutellata per loro.

Poi parliamo ancora di cose belle e di sport, ma da presidente hai vissuto anche momenti difficili, tutto il periodo del Covid ad esempio.
La pandemia è stato un duro colpo per tutti. Abbiamo perso parecchi soci, alcuni non ci sono più, erano amici. Altri non hanno rinnovato. Ricordo poi quando il vento causò danni importanti alle nostre barche, la prematura scomparsa di un caro collaboratore. Anche in questi momenti due persone in particolare mi sono state vicino: Giampiero Majocchi e Alfredo Ambrosetti, due grandi uomini che hanno aiutato me e la Lario.

E’ il momento di parlare un po’ di canottaggio e dei tuoi ragazzi, Leo. E qui gli occhi diventano subito lucidi.
Non sono uno che si commuove facilmente, però certe vittorie mi hanno toccato il cuore, ad iniziare dalla prima da presidente. A inizio del 2017 dissi che mi sarebbe piaciuto vincere il Festival dei Giovani, si teneva a Pusiano, la Lario contro altre 134 società. Era un titolo che mancava nella nostra grande bacheca. Abbiamo vinto davvero e mi sono buttato in acqua dal pontile con i ragazzi per festeggiare.

Nel 2018 Bernasconi festeggerà un altro successo che sembrava incredibile, l’oro di Nicolas Castelnuovo nelle Olimpiadi giovanili di Buenos Aires.
Ricordo ancora la telefonata del nostro direttore tecnico Stefano Fraquelli e la gioia immensa. Proprio Fraquelli nel 2021 a Tokyo ha portato, da allenatore, all’oro il doppio di Rodini e Cesarini, una medaglia per lui e per la Lario. Nel 2021 ai Giochi c’era anche Aisha Rocek, che ha bissato nel 2024 con Jacopo Frigerio e Giorgia Pelacchi, oltre a Fraquelli ancora allenatore delle azzurre.

Vogliamo parlare dei titoli mondiali e europei durante il mandato?
Sono numeri che conosco a memoria: 20 ori mondiali, 4 argenti e 8 bronzi (in 7 anni di Mondiali). Agli Europei: 16 ori, 5 argenti e 5 bronzi. Ancora 94 titoli italiani. E, non ultimo quattro atleti passati dalla Lario a corpi militari: Rocek, Pelacchi, Arianna Noseda e Frigerio. Poi c’è stata la Rosa Camuna di Regione Lombardia alla società, tre premi Panathlon ai nostri giovani Grisoni, Parravicini e Campioni. Mi ritengo davvero un presidente fortunato.

Ok, hai vinto più anche dell’Inter. Il Coni ha conferito a Bernasconi la stella di bronzo al merito sportivo. L’avventura a fianco di Giuseppe Abbagnale per il Consiglio federale non è andata così bene invece.
Sono stato comunque onorato che Abbagnale mi abbia chiamato con altri quattro presidenti su oltre duecento società. Per lui era un’impresa davvero ardua, sarebbero serviti il 68% dei voti. Così dopo la prima votazione per il presidente abbiamo scelti di ritirare tutta la squadra, penso sia stata una decisione coerente. Però questo non ha nulla a che vedere con la Lario.

Quindi siamo ai saluti. Ce la farà la Canottieri ad andare avanti senza il Leo?
Ma non scherziamo, certo. I presidenti cambiano, ma la Lario resta la Lario. Io adesso mi godrò la mia società da socio, e, tranquilli, non sparisco dall’oggi al domani.

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