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L’eredità enorme di don Roberto. In suo nome, per aiutare i “suoi” ultimi: la colletta dei detenuti del Bassone

Se esiste una prova che l’opera di don Roberto Malgesini, il prete ucciso a Como il 15 settembre scorso davanti alla chiesa di San Rocco, fosse una semina del bene, questa arriva dal carcere del Bassone.

Dove i frutti di quel lavoro invisibile e silenzioso, sempre accanto agli ultimi, sono apparsi in tutta la loro bellezza.

I detenuti della casa circondariale di Como, infatti, con una colletta hanno raccolto denaro da destinare ai bisogni delle persone che Don Roberto Malgesini aiutava.

A dare conferma del gesto, proprio il gruppo di volontari che con il sacerdote portava le colazioni ai senza dimora, ai più fragili in tutta la città.

Un gesto, quello dei detenuti al Bassone, che è nato proprio dal ricordo e dall’insegnamento che don Roberto ha più volte portato anche la sbarre del carcere, sempre con il sorriso e una parola di vicinanza per chiunque incontrasse.

Ora, dunque, ecco la riconoscenza in un gesto forse piccolo in sé ma enorme per il suo significato simbolico e per il messaggio che affida ben oltre le mura del Bassone.

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