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Lettera e foto: “Sul lungolago di Como le panchine appena posate già scolorite e con listelli aperti”

Segnalazione preoccupante da una nostra lettrice sullo stato delle nuove panchine sul lungolago di Como, posate soltanto all’inizio del febbraio scorso per una spesa di circa 130mila euro totali. Si tratta, come noto, del prestigioso modello Como disegnato da Ico Parisi. Di seguito, il testo di Isa Luraghi e le foto  (per lettere, segnalazioni, foto e video scrivere a redazionecomozero@gmail.com o al whatsapp 335.8366795 oppure alla nostra pagina facebook).

Spett. Redazione di Como Zero

vorrei segnalare il fatto che le nuove panchine di Ico Parisi, da poco collocate sul nuovo lungolago, hanno già completamente perso la vernicetta che gli avevano dato in origine ed alcuni listelli si stanno già aprendo.

Ho comunicato al Comune e all’URP questa cosa ma, credo senza nessun interesse di ascolto e, visto che a giorni collocheranno le ultime rimaste, bisognerebbe far presente ai responsabili dei lavori, di far fare un trattamento con vernici idonee, che resistano a sole e pioggia, caldo e freddo altrimenti faranno a breve la fine delle altre panchinette di legno aggiunte a quelle di granito in viale Geno che, quando uno si siede, rischia di riempirsi di schegge.

Abbiamo come dimostrazione le barche di legno nel lago, che resistono all’acqua e a tutte le temperature, che prendano esempio da quelle e vernicino i listelli con le stesse vernici delle barche.

Se non fanno subito una manutenzione anche a quelle già installate, a breve avremo panchine disastrate, con buona pace dei contribuenti per i soldi sbattuti via. Allego alcune foto. Ringrazio e invio cordiali saluti.
Isa Luraghi

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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26 Commenti

  1. In realtà le panchine sono molto belle, e anche comode secondo me, anche se poche. Certo, il legno – materiale meraviglioso – richiede un po’ di manutenzione. Ma vogliamo dire che un comune come quello di Como non ha i soldi per questo? I problemi della passaggiata sono altri, in parte già evidenziati qui sotto: le aiuole, che dovevano essere rettangolari; le piante: era meglio metterle più grandi; l’assenza di servizi igienici; l’eliminazione della passerella (una idiozia sesquipedale), che obbliga chi ha difficoltà di deambulazione o è su una sedia a rotelle a usare la ciclopedonale… ecc.

  2. E dopo questo lungo elenco di verificate inadeguatezze -oltre le panchine- la domanda che mi pongo è: ma, le ormai “famose” PARATIE, una volta che si renderà necessario metterle in funzione… FUNZIONERANNO???

  3. Ma se questi fenomeni che fanno panchine costruissero barche in legno saremmo già tutti annegati! A cerro di laveno lago maggiore ci sono 2 lance in legno (mod inglesina) che da 50 anni galleggiano nel porto e sono prive di scheggia,

  4. Un lungo lago triste, dalle aiuole romboidali alla biglietteria non funzionale nelle coperture degli sportelli e col condizionatore a vista, dal mancato ombreggiamento previsto nel progetto iniziale al ponte eliminato, dalle gradinate al posto delle rampe sostitutive ai parapetti storici non più posizionabili, dalla passerella posticcia in metallo alla
    mancanza dei bagni, ai difetti che già emergono sulle coperture delle paratie.

    Una sola cosa era bella e funzionale: le panchine.
    Mi cadono le braccia, spero che trovino il rimedio.

  5. Non c’è da stupirsi! Il legno all’esterno soffre delle intemperie e in particolare del sole. Quindi tutto normale! Tenuto però conto della povertà in cui versiamo ormai cronicamente, tenuto conto della proverbiale incuria nella manutenzione, tipica italiana, si sarebbe dovuto optare per panchine totalmente in ferro, peraltro difficilmente “attaccabili” dai vandali (e non tarderanno ad arrivare), infischiandosene del design artistico e guardando,invece, alla praticità manutentiva e alla longevità. Guardiamo invece nella pista ciclopedonale come sono stati posati malamente i profili in ferro che delimitano il calcestruzzo lavato della pista con il porfido e le aiuole lato strada: è difficile trovare 2 ml diritti! E la posa del porfido o dei coperchi dei tombini? Sicuramente posati frettolosamente e non a regola d’arte! Guardiamo le sottili feritoie di raccolta delle acque meteoriche: insufficienti per superficie (mq) e già, qua e là, intoppate! Quanta manutenzione richiederanno per garantire il deflusso delle acque meteoriche? Mah…

  6. Ecco il risultato (prevedibile) della snobbismo da culturame d’accato…
    Le panchine standard solide e collaudate in metallo che si posano in tutti i parchi del mondo ad un quinto del costo non andavano bene.
    Tanto paga pantalone e il cialtronismo tagli i nastri nelle inaugurazioni.

  7. L’importante che qualcuno abbia il buon senso di riconoscere certi errori,,, Se poi non esiste una contratto di durata e non c’è qualcosa di scritto con garanzie sulla qualità del prodotto non c’è problema, tanto pagano sempre i Cittàdini,,

  8. Vogliamo parlare di panchine??? In piazza Cavour dove sostano tantissimi utenti dei mezzi pubblici, c’è una sola panchina ROTTA da secoli. Bel biglietto da visita!
    Sulla passeggiata Lino Gelpi, l’ho segnalato già mille volte, una delle tre panchine all’ombra
    di un meraviglioso albero, è stata asportata perchè vandalizzata almeno 3 anni fa e mai più rimpiazzata.
    Ma i cittadini vengono ascoltati da qualcuno?

  9. Panchine a parte , belle le paratie ln viale Geno, dall’inUgurazione senza averle mai usate, siamo già secondo intervento!

  10. Spero che il Comune di Como abbia sottoscritto con l’esecutore un contratto con delle garanzie temporali sulla tenuta dei manufatti, quindi si faccia valere, altrimenti finirà tutto a “tarallucci e vino”… e come al solito: IO PAGO!!!

  11. Ho sempre considerato ridicolo ritenere che delle normalissime panchine fossero considerate delle opere d’ arte solo perchè ” disegnate ” da Ico Parisi.
    Spero proprio che abbia realizzato qualche cosa di più significativo ( qui siamo a livello di qualsiasi legnamèe).
    Se poi sono state realizzate in legno
    siamo definitivamente a posto…..

  12. Al fenomeno che da colpa allo sceriffo mi sembra che sono state ordinate prima dell’arrivo dello sceriffo.
    Oh..no?!
    Se sbaglio chiedo scusa.

  13. Il primo problema è legno.da anni per le tolde delle navi viene usato.il Teak
    Queste panchine usano un legno Non Identificato da Me. Purtroppo se.non usi il Teak e fai manutenzione succede che puoi buttare a Lago Tutto! Tino Novati

  14. Tanto paghiamo noi e non di certo chi ha fatto acquistare queste panchine d’autore che saranno anche belle MA CHISSÀ QUANTO SONO COSTATE…. E ORA….

    1. che c’entra Rapinese? mica le collauda lui le panchine. Ovviamente avrá avuto garanzie riguardo la durata, per cui, in casi simili le dovranno sostituire.

  15. Osservazioni condivisibili. Chiedo: ma era stato fatto un TEST DI RESISTENZA ALLE INTEMPERIE prima di posare le panchine in loco? Se la risposta è NO il difetto è all’origine della scelta; oppure è un problema di superficialità da parte degli esecutori. Si tenga conto che le sedie a sdraio (in legno) sui ponti delle navi resistono a ben altre intemperie: quindi?

  16. Niente di nuovo sotto il sole. Chi ha scelto queste panchine non ha tenuto conto che le stesse hanno necessità di manutenzione adeguata. Vi ricordate le mezze panchine in legno, scelte dall’allora assessore Gerosa, in viale Geno? O delle panchine a forma di bara in piazza Volta? A un certo punto non ci si poteva sedere senza rischiare di essere “scheggiati”. Questi arredatori non imparano niente, per non pensare il peggio. Cordiali saluti.

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