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Como, il prof Gianfranco Giudice al ministro: “Non è serio promuovere gli insufficienti. Ecco perché”

Si firma con un generico “docente di una scuola statale di provincia”. Sintesi certamente efficace per chiarire in maniera pudìca al ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, professione e ruolo specifico. Ma a Como, dice sicuramente di più il nome esteso dell’autore di questo lungo messaggio in direzione Roma: Gianfranco Giudice, professore di Filosofia e Storia al Liceo Paolo Giovio di Como, scrittore e saggista, attivista politico per lunghissimi anni. Non proprio un generico “docente di una scuola statale di provincia”, insomma.

L’intervento che abbiamo ottenuto di poter pubblicare qui riguarda la decisione del ministro dell’Istruzione di promuovere tutti gli studenti all’anno successivo, in virtù dell’impatto che ha avuto sulla vita scolastica a tutti i livelli l’emergenza Coronavirus.

Come noto: lezioni ferme da fine febbraio, niente ritorno in classe prima del prossimo settembre e, appunto, promozione per tutti all’anno successivo con recupero autunnale delle lacune. Aspetto, quest’ultimo, che Gianfranco Giudice stronca. Tanto elegantemente, tra argomenti e obiezioni, quando seccamente.

Pubblichiamo dunque di seguito l’intervento integrale di Gianfranco Giudice.

Cara ministra dell’Istruzione,

ho sentito che propone, come segno di serietà della scuola in questa emergenza, che i nostri studenti saranno sì tutti promossi alla classe successiva, ma anche con voti insufficienti; il prossimo anno verrebbero chiamati al recupero delle materie non sufficienti.

Mi permetto di esprimerle il mio totale dissenso.

A prescindere da cosa sia serietà nella situazione drammatica attuale, da cosa significhi fare scuola oggi e di come valutare i ragazzi nella condizione d’eccezione che viviamo; io rovescio il suo discorso: promuovere con insufficienze un ragazzo alla classe successiva, non diventa esso stesso segno di mancanza di quella serietà della scuola che invece si vorrebbe così dimostrare?

Se ti do l’insufficienza grave o più insufficienze, come posso poi promuoverti a giugno alla classe successiva?

Sarebbe già formalmente una finzione, magari una illegittimità; senz’altro una certificazione della mancanza di serietà. Aggiungo poi che se il ragazzo non recupererà l’insufficienza l’anno successivo, cosa succederà, verrà retrocesso alla classe precedente? Non credo, dunque un ulteriore segno di poca serietà sostanziale e formale.

Piuttosto si diano voti dal sei in su, e le materie in cui il sei non lo è realmente, se l’anno successivo non saranno recuperate, allora se ne terrà conto per fermare eventualmente il ragazzo alla fine del prossimo anno scolastico, a proposito non sappiamo ancora neppure come inizierà. Questo sì che è un vero e urgente problema.

Cara Ministra non aggiungiamo confusione inutile nella scuola, se si può evitare; abbiamo già troppi altri problemi e drammi presenti e futuri da affrontare; se possiamo sgravarci di qualche piccolo peso inutile facciamolo, per concentrare da subito i nostri sforzi e le risorse altrove.

La serietà la stragrande maggioranza dei ragazzi, dei dirigenti e dei docenti della scuola italiana la sta dimostrando da settimane e lo farà fino alla fine, nonostante mezzi e risorse tecnologiche spesso scarse e precarie. Non c’è bisogno dell’ennesimo inutile e dannoso bizantinismo italiano.

Distinti saluti.

Per interventi e contributi: redazionecomozero@gmail.com

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10 Commenti

  1. Caro Gianfranco, il tuo ragionamento non fa una piega. Ma soprattutto rende onore a quei docenti che cercano di operare con serietà rifuggendo a ipocrisie ricorrenti di un sistema scolastico che spesso appiattisce il ruolo educativo e formativo dei docenti che invece vengono subbissati da una serie infinita di procedure burocratiche.

  2. Caro Carmelo Vecchio certo che da anni si promuove anche con insufficienze che diventano però sufficienze, ipocritamente? Dipende dai casi e dalle situazioni, in alcuni casi sì ma non sempre, ogni ragazzo è una storia a sé; perché generalizzare e fare di tutta l’erba un fascio, giocando allo sfascio? Una bocciatura non è un dramma Gioele, chi l’ha detto e lo pensa? Io penso piuttosto che sia assurdo, illegittimo e anche ipocrita promuovere lasciando le insufficienze, come propone la Ministra, questa è la mia critica. Se lasciamo l’insufficienza, allora assumiamoci la responsabilità di bocciare, col rischio di una valanga di ricorsi? Certo, ma sarebbe troppo facile salvare capra e cavoli, e poi a che serve? Se ti promuovo e hai carenze che non recuperi l’anno dopo, come ho scritto, e quelle carenze non ti hanno permesso di arrivare alla sufficienza alla fine dell’anno successivo, non potendo retrocedere nessuno, allora ti fermerò allora, altrimenti se ciò non accadrà, ti sarai meritato pienamente la promozione. La scuola è una istituzione e la forma è sostanza, non puoi mettere insufficienze e promuovere, è indice di non serietà, piuttosto facciamo gli ipocriti come sempre (se così si pensa, ma io non al penso così, come ho detto) e promuoviamo solo con le sufficienze, come si fa e si deve fare.

  3. Io sono stato bocciato un anno. È successo un po’ per la condotta, un po’ perché studiavo poco, un po’ perché avevo in mente altro. Poi mi sono laureato, ho insegnato, ho lavorato in azienda e ho ancora una vita professionalmente stimolante che è quello che mi fa ricordare con piacere i miei insegnanti. Ho ancora voglia di imparare per intendersi.
    Essere bocciati non è grave, anzi è forse più formativo che essere promossi sempre.
    In ogni campo la capacità di reagire alla sconfitta è la vera misura della propria personalità. Quindi non comprendo perché l’insufficienza in epoca Covid 19, sia meno insufficienza di altri periodi.
    Una bocciatura può insegnare molto.

  4. Anch’io sono un docente di una scuola statale di provincia. Ed esprimo il mio dissenso al dissenso del collega Gianfranco Giudice. Pur non essendo in completo accordo con la Ministra (per esempio nella comunicazione), non capisco cosa ci sia di tanto scandaloso nel dire pubblicamente, da fonte istituzionale (ed era ora!) , di promuovere anche in presenza di insufficieze: nei fatti, lo ricordo ai colleghi più distratti, lo stiamo facendo, ipocritamente, da anni.

  5. Ma non pensate che uno studente, con la buona volontà, possa riparare alle insufficienze ? Parliamo di “buttare” un anno prezioso per il futuro…

  6. Questa chiara esposizione scritta , rivolta dal Professore del Liceo “Paolo Giovio” di Como al Ministro della Pubblica Istruzione , fa onore a tutti gli Insegnanti italiani .
    Sempre , e ancor più in periodi di stragrande confusione da parte di tutti gli Organi che dovrebbero essere guida sicura per tutti , e non lo sono , è importantissima la SERIETÀ : e lo è specialmente quando si parla di giovani che la Scuola ha il dovere di educare .
    Non si educa , senza serietà ; tutti promossi , anche con le insufficienze , è il modo più scorretto per proporre la via giusta .
    Sapienti sono le parole del Professore , esatto e quindi accettabile da tutti , il suo consiglio !
    Mi aveva meravigliato la decisione presa dal Ministro , e che nessuno avesse avuto il coraggio di contraddire …
    Bravo Professore ! Condivido pienamente la sua presa di posizione , di fronte a tanta mancanza di serietà .

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