“Sogno raramente. E se capita, mi risveglio di soprassalto in un bagno di sudore. In questi casi, poi, mi abbandono nel letto e medito sul potere magico e inesorabile delle notti aspettando che il cuore si calmi”.
Magda Szabó, La porta, Einaudi. Incipit
#nellacittàdeserta
In questi giorni di quarantena e città deserte, è senza dubbio “firmata” dalla giornalista Paola Pioppi, cronista di nera e giudiziaria del quotidiano “il Giorno”, una delle iniziative più originali e suggestive per scandire il tempo sospeso.
Le immagini che vedete tra copertina e fotogalley qui sotto, parlano da sole, nel silenzio della Como vuota. Anzi, a dirla tutta fanno parlare la letteratura e la narrativa, i romanzi, i loro autori più e meno celebri, le copertine sgargianti o cupe che di volta in volta spiccano negli angoli surreali della città senza cittadini.
Il meccanismo è semplice quanto d’impatto (oltre che – per chi fosse pronto a gridare al complotto – del tutto regolare: i cronisti, per esigenze di lavoro e con tutti le certificazioni e le attestazioni del caso, possono uscire): un libro, uno scorcio di Como, l’incipit trascritto, le info necessarie per chi fosse interessato al volume. Un post sulla bacheca Facebook completa l’intuizione.
Frutto di una passione radicata (Pioppi, a destra nella foto sotto, è anche ideatrice del festival di narrativa poliziesca “La passione per il delitto”) e anche di una piccola fatica per limitare al minimo i passi “extra”: una borsa piena con più libri, per approfittare nello stesso giorno – e sempre su tragitti necessari per lavoro – di più scatti veloci.
“Da sempre fotografo libri in luoghi deserti, perché la lettura è sempre la ricerca di un momento di solitudine, ovunque ci si trovi – spiega Paola -Ma in queste settimane gli spazi vuoti si sono moltiplicati, e le copertine fotografate per strada raccontano anche gli scorci di una città nuova, che non si era mai vista, e che la maggior parte della gente non può vedere. Così mentre vado in tribunale, o quando devo fare spostamenti per lavoro, mi porto qualche libro, e lo fotografo”.
Alla scelta dei testi, come detto, si accompagna sempre anche il passo iniziale del romanzo.
FOTOGALLERY SFOGLIABILE
“Scrivo l’incipit perché è una cosa immediata, il primo legame con l’autore di quel libro – sottolinea – Ti racconta subito lo stile, il ritmo, l’immagine con cui quello scrittore vuole entrare nella tua vita. Comunque credo che questo modo di far conoscere i libri funzioni abbastanza, perché ogni tanto c’è qualcuno che mi viene a dire di aver letto qualcosa che aveva visto sulla mia bacheca”.
Ed è così che, in questi giorni eccezionali, la narrativa trova un suo spazio, vagamente metafisico, nella Como lunare e senza folla.
Un commento
Quindi si può andare in giro? Basta un liberculo?
Giò