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E’ morto l’architetto Piercarlo Noè. Betta Cavalleri: “Cultore del bello, ironia magistrale e quel pezzo del cedro di piazza Verdi”

In realtà era orgoglioso del suo nome vero. Non Piercarlo, come la vulgata aveva semplificato, bensì Piero Carlo Noè. Dove Piero e Carlo sono ben distinti e pure uniti, in qualche modo.

D’altronde la vita è bella perché è fatta di piccoli vezzi nostri contro le abitudini degli altri.

Se ne è andato poche ore fa l’architetto. Anzi, l’Architetto, ‘a’ maiuscola. Una malattia con cui fino a pochi giorni fa sembrava possibile convivere ha poi fatto il suo corso.

Già consigliere del suo Ordine, primo presidente della Como Servizi Urbani, studio in via Porta e un curriculum che avremo il tempo di raccontare presto. Ora il cordoglio.

Ma, va detto, un cordoglio felice. Perché chiunque l’abbia incontrato, ne sia stato collega o amico o entrambe le cose, tra le lacrime parla di un uomo vivo, felice, elegante, geniale, amante del bello e con una dote rarissima che è solo dei grandi: la capacità di stupire e di far ridere.

Insomma, un signore che il midollo della vita lo ha, direbbe il poeta, succhiato tutto. E restituito.

“Era un uomo molto elegante, un bravissimo architetto, un cultore del bello. Dotato di una meravigliosa ironia tutta sua che ti faceva sempre ridere e ti stupiva”, ci racconta Elisabetta Betta Cavalleri, presidente dell’Ordine degli Architetti di Como.

La misura di un essere vivente è data dalle sue azioni, si dice.

Ebbene, aggiunge Betta: “Aveva questo piccolo piacere, credo ereditato dalla sua mamma, ti mandava cartoline. Cartoline, sì, ma create da lui, fatte di suo pugno. Le faceva e te le spediva. Ci pensavo poco fa, domani ne compro una, scrivo e gliela mando. Non la leggerà ma va bene così”.

Elisabetta Cavalleri è da poco la numero uno degli architetti lariani: “Mi ha chiamato un paio di settimane fa per farmi i complimenti dopo l’elezione, stava bene. Ha scherzato, al solito, voglio dire: era un uomo in cui si univano leggerezza e profondità uniche”.

Piero Carlo Noè aveva 74 anni, lascia sua moglie e tre figlie. “Mi diceva ‘vivo tra le donne’ – racconta ancora la presidente – e per le donne aveva un rispetto e un’attenzione che raramente ho incontrato, cose d’altri tempi, d’altri modi”.

Poi Cavalleri racconta di cene, di fiori, di gesti delicatissimi e di un’attenzione totale per l’amicizia. E pure di una riservatezza protetta fino alla fine: “Ha avuto clienti incredibili, ha seguito progetti importantissimi ma non voleva farne pubblicità. Era così Piero Carlo, non si metteva in mostra”.

E poi lo studio di via Porta: “Passavi per il caffè la mattina, per un aperitivo la sera, in quel posto che, sì, era uno studio ma una mostra permanente delle sue collezioni”.

Un pezzo su tutti? “Quando tra mille dibattiti fu abbattuto il cedro di piazza Verdi per chiudere la viabilità e il parcheggio e farla come la conosciamo oggi, Piero Carlo seguì tutta la vicenda. Dall’ambientalista che salì sull’albero per protesta, fino al cantiere e al risultato finale. Ecco, lui si fece dare una sezione del tronco del cedro. Ha campeggiato da allora e per sempre nella sua collezione. Lui era così”.

 

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2 Commenti

  1. Un vero signore che nulla a potuto però contro la DEVASTAZIONE ambientale e paesaggistica degli ultimi 50 anni.
    La ingordigia e avidità di pochissimi hanno devastato il territorio e il peggio deve ancora arrivare.
    Come?
    Strade inutili con viadotti inutili e soprattutto megapalazzoni di cui Cernobbio sarà l’apripista.
    A breve mi aspetto negalberghi a 20 piani magari a San Martino nel bellissimo e inaccessibile parco del ex Manicomio.

  2. Un vero amico e collega, ho avuto modo di conoscerlo in questi ultimi 12 anni, ho apprezzato la sua serietà e capacità professionale oltre che spirito umano non comune. Le più sentite condoglienze ai suoi cari, da Fabiano Mazzoni e famiglia – Morbegno – SO

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