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Magnifico orgoglio di Valtellina: festa per i 100 anni di grandissimi vini (e quelle mitiche 6 bottiglie in America)

La Casa Vinicola Aldo Rainoldi compie cento anni, un traguardo celebrato domenica 25 e lunedì 26 maggio con un evento che ha riunito tantissimi amici, rappresentati delle istituzioni, fornitori, colleghi e appassionati di vino nella cantina di vinificazione di Ponte in Valtellina, a poca distanza dalla storica cantina di Chiuro. Al centro dell’evento la presentazione del volume “CULTO”, opera realizzata per raccontare un secolo di storia, valori e legame con il territorio attraverso parole, immagini e testimonianze.

“Per onorare questo importante traguardo – racconta Aldo Rainoldi, titolare della Casa Vinicola Aldo Rainoldi – abbiamo pensato a un libro che raccontasse la storia dell’azienda. L’obiettivo era di celebrare il passato, fare una fotografia del presente e raccontare quello che sarà il futuro della generazione che inizia a bussare alla porta. Ho pensato a lungo a cosa significasse il centenario, certamente un traguardo e una ripartenza, ma anche il tempo della riconoscenza verso le tante persone che ci hanno accompagnato in questo lungo percorso”.

Insieme ad Aldo condivide questo importante traguardo Giuseppe Rainoldi, classe 1937, per anni alla guida dell’azienda, e fra i primi a portare il vino Valtellinese negli Stati Uniti, conquistando con le etichette Ranoldi anche il celebre Coliseum di New York.

“Inviavamo oltreoceano fino a centoventimila bottiglie l’anno. Un giorno spedii anche sei bottiglie del nostro spumante e il nostro importatore decise di inviarlo ad un concorso destinato al metodo classico italiano. Ebbene il nostro Brut si classificò al primo posto!”
Dopo l’America il vino Rainoldi non si è più fermato e ha cominciato il giro del mondo, come racconta Michela Benigni, Responsabile commerciale dell’azienda e moglie di Aldo Rainoldi. “Esportiamo in oltre trenta paesi stranieri e la sfida quotidiana è far conoscere i nostri vini anche in stati che non hanno una forte tradizione vinicola come Singapore, la Corea del Sud e Hong Kong. I paesi scandinavi ad oggi si aggiudicano il primato per numero di bottiglie importate, seguono la Svizzera e il resto d’Europa.”

L’azienda ha compiuto un lungo e significativo percorso di crescita e sviluppo dagli anni Venti fino ai giorni nostri. Infatti, il forte desiderio di emergere spinge Aldo Rainoldi a dar vita, nel 1925, alla propria attività di commerciante di vini. Nella seconda metà degli anni Cinquanta, il figlio Giuseppe decide di affiancarlo. La crescita qualitativa si concretizza con l’acquisto dell’uva anziché del vino così come la vendita in bottiglia sostituisce quella in fusti di castagno. Proprio questa fase coincide con il primo ampliamento dei mercati, complice anche una gamma di vini sempre più ampia e differenziata.

A fine anni Novanta, terminati gli studi in viticoltura ed enologia, Aldo Rainoldi, nipote di Giuseppe, entra in azienda nel segno della continuità familiare. L’obiettivo è quello di coniugare la crescita qualitativa con il rispetto dell’ambiente, traghettando l’azienda verso il prossimo passaggio generazionale.

Il grande successo è da attribuire certamente alla qualità e all’esperienza che posiziona Rainoldi tra i vini in Valtellina più ricercati, grazie ad un assortimento che comprende sia rossi Inferno, Sassella, Grumello e Sforzato (o Sfursat), che i sorprendenti vini bianchi delle Alpi. Completano la selezione le bollicine di Nebbiolo: Rosé e Pas Dosé..

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