Nel cuore della città di Martigny, nel Cantone del Vallese, ha aperto un luogo che sfida ogni logica commerciale: un negozio che, come recita chiaramente l’insegna, “non vende niente” (‘Le magasin où l’on vend rien’). All’interno, sono esposti numerosi “articoli” – da quadri e macchinari a scrittoi e orologi da muro, persino un curioso aggeggio che assomiglia a un alambicco – ma nessuno di essi è in vendita.
Ciò che viene dispensato in questo singolare locale sono le storie, i ricordi e gli aneddoti curiosi che si celano dietro ogni oggetto in esposizione. A fare da narratore e ideatore di questa iniziativa fuori dal comune è Jean-Manuel D’Andrès, un pensionato 68enne.
Dopo una vita di lavoro, D’Andrès, un po’ sognatore, un po’ artista e un po’ collezionista, ha deciso di dedicare parte della sua “seconda giovinezza” a queste curiosità. Il suo “negozio” riflette questa filosofia di vita e mostra, letteralmente, di tutto. “Nulla è in vendita, ma la gente viene lo stesso” assicura Jean-Manuel D’Andrès, ipotizzando il motivo: “Forse perché per una volta non c’è nulla da comprare: solo da guardare, da ascoltare, da sentire”.
Alcuni visitatori non comprendono immediatamente la singolarità dell’idea. “Pensano,» racconta D’Andrès alla RSI – che per ora io non venda, in attesa che gli oggetti aumentino di valore”. Il pensionato, però, è categorico: “Qui non si compra niente. Si respira”.
Alla domanda se non sia più appropriato definire questo posto come un museo, visto che non vende nulla, D’Andrès risponde invocando la libertà del suo progetto: “Quando si parla di un museo, si pensa a giorni fissi di apertura, anche ad orari, mentre il mio locale è aperto quando sono qui”. E i riscontri da parte dei visitatori sono estremamente positivi.