Da giorni sono in corso presidi di protesta dei lavoratori delle aziende fornitrici dei servizi di consegna delle spese online per conto di Esselunga (Brivio e Viganò, Deliverit e Cap Delivery). In particolare, accade nei siti di Settimo milanese (MI), Dione Cassio (MI), Varedo (MB) e Lallio (BG). L’agitazione, indetta dalla Filt Cgil Milano, è iniziata venerdì 18 aprile e si protrarrà fino alle ore 2 di oggi, domenica 20 aprile 2025, con presidi attivi in diverse località strategiche della regione. E con il passare delle ore la situazione si è fatta sempre più tesa, con un crescente botta e risposta tra Esselunga e le organizzazioni sindacali.
La posizione di Esselunga: “Blocchi inaccettabili e rischio cassa integrazione”
Attraverso una nota ufficiale, Esselunga ha denunciato i blocchi in corso presso i cancelli dei depositi coinvolti. «L’agitazione – si legge nel comunicato – è stata attuata nonostante la Prefettura di Milano abbia già convocato un tavolo di confronto previsto per il prossimo 23 aprile».
L’azienda evidenzia i gravi disservizi per la clientela, sottolineando il «significativo spreco di prodotti freschi – come pane, carne, pesce, frutta e verdura – rimasti bloccati nei magazzini». Particolare preoccupazione viene espressa per le persone anziane e in stato di fragilità, per le quali l’e-commerce rappresenta un servizio fondamentale.
Esselunga lamenta inoltre l’ostacolo al regolare svolgimento delle attività dei propri dipendenti all’interno dei centri di distribuzione. La nota si conclude con un avvertimento: «Qualora le agitazioni non cessassero immediatamente e non riprendesse il dialogo tra le organizzazioni sindacali e le aziende trasportatrici, Esselunga si troverà costretta a valutare il ricorso alla cassa integrazione per circa 750 persone operanti nei centri coinvolti».
La dura replica della Filt Cgil: “Accuse diffamatorie e disponibilità al dialogo ignorata”
La risposta della Filt Cgil non si è fatta attendere, definendo le dichiarazioni di Esselunga come «diffamatorie». «Dal primo giorno di sciopero la Filt Cgil ha chiesto un tavolo di confronto con le società in appalto e con il committente Esselunga – si legge in una nota – fornendo concrete soluzioni per risolvere la vertenza. Non abbiamo avuto riscontri dalle società».
Netta la smentita in merito allo spreco alimentare: «Esselunga – continua la Cgil – afferma che chi scioperava ha bloccato il rifornimento di pane e beni di prima necessità, e anche questo è falso». Emanuele Barosselli, segretario generale della Filt Cgil Milano, ha aggiunto: «Quando ci è stato chiesto di agevolare l’uscita del pane dai magazzini lo abbiamo fatto senza nemmeno batter ciglio».
Barosselli ha espresso sconcerto per la minaccia di cassa integrazione, accusando Esselunga di essere «committente di questo servizio da anni e consapevole delle condizioni di chi svolge le consegne, ma si è sempre voltata dall’altra parte, non garantendo sicurezza e correttezza fino ad arrivare ora a mettere le persone le une contro le altre».
Riguardo alla convocazione prefettizia, Barosselli ha precisato: «Quando siamo stati contattati abbiamo subito aderito e nelle ore successive abbiamo temporaneamente sospeso i presidi di chi stava scioperando come segnale distensivo. Ora decideremo insieme a tutte le driver e i driver come proseguire la protesta insieme sino a quando non avranno concrete risposte».
Le ragioni dello sciopero: discriminazioni e violazioni della sicurezza
Il sindacato ha chiarito le motivazioni alla base della protesta, denunciando «comportamenti aziendali discriminatori e pratiche gestionali arbitrarie: persone messe a riposo senza alcuna giustificazione operativa, mentre ad altre è richiesto di lavorare in regime straordinario, ben oltre il normale orario. A ciò si aggiungono pressioni indebite sul personale affinché sostituiscano chi si rifiuta di lavorare con mezzi sovraccarichi, in evidente violazione delle norme sulla sicurezza».
Le scuse di Esselunga ai clienti per i disagi
Infine, Esselunga ha tenuto a sottolineare la propria estraneità alla vertenza sindacale, porgendo le proprie scuse «ai clienti per i disagi arrecati in questi giorni di festività e auspica una rapida risoluzione attraverso il dialogo e il confronto costruttivo tra le parti coinvolte».